Agguato ad Arzano, è guerra aperta: nove colpi per il clan Monfregolo

Agguato ad Arzano, è guerra aperta: nove colpi per il clan Monfregolo
di Marco Di Caterino
Sabato 19 Marzo 2022, 09:00 - Ultimo agg. 18:51
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Tira una brutta aria ad Arzano. Più che mai sgarrupata nel morale. Sfiancata dal terrore. Sotto assedio del clan 167, ma anche terreno di caccia dei nemici della cosca della palazzine popolari. I nemici che giovedì sera hanno provato con una scarica di proiettili a uccidere Antonio Alterio, 28 anni, fratello del ras delle palazzine Raffaele o sceriffo, ritenuto dagli inquirenti il numero due del clan dopo Giuseppe Monfregolo: impegnato, quest'ultimo, con bombe e stese a fare terra bruciata intorno ai Cristiano-Mormile, scappati via da Arzano dopo l'omicidio di Salvatore Petrillo, reggente del clan per conto dei Cristiano. Giovedì sera il killer, o forse più di uno, ha però fallito l'obiettivo, e Antonio Alterio è sfuggito a ben nove proiettili, cavandosela con una ferita alla caviglia. Insieme a lui, sull'ingresso di un circolo abusivo ubicato all'ombra della chiesa dell'Annunziata, si trovava Daniele La Peruta, 32 anni, incensurato che gli investigatori inquadrano nell'orbita del clan 167. Uno dei proiettili, forse di rimbalzo, lo ha ferito a un piede. Una fortuna per loro, ma soprattutto per il pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, dove i due sono stati portati, e che è stato circondato da alcune decine di affiliati al clan, pronte alla devastazione se ci fosse scappato il morto.

L'agguato di Arzano, in un sorta di effetto domino, ha finito per far scattare l'allarme anche a Frattaminore, la città rifugio dei Cristiano da due mesi sotto attacco con l'esplosione di ben sei bombe e la tragica spettacolarità di tre stese; ma anche a Frattamaggiore, altro dominio del clan 167, dove due giorni fa sono stati esplosi alcuni colpi contro la serranda di un impresa di pompe funebri, e infine nel Parco Verde di Caivano, teatro del vile attacco a don Maurizio Patriciello con la bomba fatta esplodere all'ingresso della parrocchia. Qui la cosca capeggiata da Tobia Angelino, che controlla lo spaccio, è attraversata da malumori.

Sia perché è stata scavalcata quando è stato deciso di mandare un messaggio esplosivo a don Maurizio, e sia perché il clamore suscitato dall'attentato ha di fatto congelato l'attività dei pusher. D'altronde, che la presenza del clan di Arzano nel Parco Verde cominci a farsi ingombrante lo dimostra il fatto che da qualche settimana ci è andato ad abitare uno dei fratelli del boss Monfregolo. Dove? Nell'isolato diviso dalla parrocchia di don Maurizio solo da una bassa cancellata, che non impedisce a chi si affaccia da una finestra di controllare chi va e chi viene e cosa si fa in parrocchia. Una protervia spaventosa. Uno scandalo. Ieri mattina, il senatore Nicola Morra ha fatto di nuovo visita a don Maurizio. Il presidente della commissione parlamentare antimafia (che si riunirà nella parrocchia del Parco Verde mercoledì prossimo) gli ha promesso tutto il suo impegno affinché venga protetto subito e adeguatamente. Poi Morra si è recato nel comando della polizia locale di Arzano, dove si è incontrato con il comandante Biagio Chiariello, sotto scorta dopo il manifesto che annunciava la sua morte per il 10 marzo: data entro la quale, secondo gli inquirenti, il clan pretendeva che il Consiglio comunale sfrattasse il capo dei vigili. Il quale a Morra ha ribadito la volontà di proseguire nel suo lavoro di attacco alle finanze dei clan.

Video

Al presidente Morra è stato mostrato un video che gira su Tik Tok, che riprende una zia di Salvatore Petrillo mentre canta una canzone dei malamelodici, mostrando in primo piano la foto del nipote ucciso proprio nel momento in cui il testo recita e chi ha fatto questo deve pagare. Forse giovedì sera i killer falliti volevano darle ragione. 

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