«Salvate le nozze»: da Grumo l'Sos
del patron degli abiti da sposa a Conte

«Salvate le nozze»: da Grumo l'Sos del patron degli abiti da sposa a Conte
Domenica 31 Maggio 2020, 16:14
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«Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri, tutto il comparto wedding, vista la totale assenza di aiuti economici e prospettive da parte dello Stato per la ripartenza, vive una crisi economica senza precedenti. Se non ci saranno iniziative ed aiuti concreti, molti di noi falliranno, senza nessuna alternativa». Lancia un forte grido d'aiuto attraverso una lettera inviata al premier Conte, Luigi Auletta, imprenditore di Grumo Nevano ( Napoli), con azienda nel Casertano, nel polo tessile di Carinaro, titolare dell'Impero Couture, che rifornisce di abiti da sposa e di tutto l'abbigliamento, il settore wedding ed eventi, oltre a 300 boutique in Italia e altre sparse nel mondo.

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A marzo Auletta si era distinto per un gesto di solidarietà verso i suoi clienti. Aveva infatti deciso di non passare all'incasso gli assegni già staccati dai clienti per le forniture di marzo e aprile, in vista di eventi poi ovviamente annullati per l'emergenza Covid. «Un modo per dare loro un pò di ossigeno» aveva spiegato Auletta, che per andare avanti aveva usato fondi propri. Due mesi dopo però, l'imprenditore si trova in grande difficoltà, come tutte le aziende sel settore wedding, e non vede la «luce in fondo al tunnel». «Mi sento abbandonato - scrive - senza aiuti economici e supporto morale. Ho anche versato circa 1,5 milioni di euro di IVA; l'ultima piccola trance di era rimasta insoluta per mia volontà con la speranza che lei ci aiutasse, e mi sono ritrovato a pagarla, dopo circa 34 giorni, con una mora del tutto ingiusta di 2.760 euro. Dunque, come può constatare, ho aiutato lei e tutto il Governo nel mio piccolo a superare il gap economico versando l'IVA più la dovuta mora, senza incassare i miei meritati guadagni, le sembra giusto tutto questo?»

«Tanti proprietari di attività - prosegue - sono stati illusi credendo nei tantissimi decreti emessi dal Governo. Ad oggi però, tanti dipendenti, artigiani e piccole imprese, non hanno ricevuto né i 6oo euro nè la cassa integrazione, ma hanno dovuto sostenere le spese per gli affitti, le bollette di luce e telefono, le spese per la sorveglianza, le sanificazioni, la formazione del personale, i guasti tecnici ai negozi, laa merce da pagare e i protocolli da applicare. E tutto senza nessun cliente da servire! Allo stato attuale non c'è nessun progetto da parte del Governo per salvaguardare un settore come il nostro». «Mi domando dunque, se falliamo chi, dopo di noi, potrà pagare le tasse? E chi potrà dare lavoro a tutte queste famiglie? - prosegue - Ormai siamo tutti proiettati nel 2021, consapevoli che la nostra stagione si prospetta conclusa con grande perdite economiche, senza la speranza di recuperare almeno le spese di gestione». «Un'ultimo appello, sicuri del suo immediato supporto, confidiamo in lei e nel Governo, Salviamo il mondo del wedding», conclude Auletta.

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