Nozze trash, Tony Colombo rilancia: «Tutti sapevamo e tra un mese rifaremo tutto»

Nozze trash, Tony Colombo rilancia: «Tutti sapevamo e tra un mese rifaremo tutto»
di Federico Vacalebre
Sabato 30 Marzo 2019, 08:00 - Ultimo agg. 18:02
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Allora, Tony Colombo, pentito del casino combinato?
«Io mi sono sposato, ho provato a seguire il mio sogno d'amore, a fare felice la donna che amo, esaudendo un desiderio umanissimo. Non capisco proprio chi mi critica. Sono siciliano, ma parlo da napoletano adottivo: in questa città ci facciamo male da soli, sparliamo di quello che dovremmo mostrare con vanto al mondo. Sapevo che le mie nozze con Tina sarebbero finite al tg, ma meritavano di esserlo per la favola che raccontano, non parlando di camorra, gomorra, Casamonica, trash, carrozze senza permesso».

Perché un matrimonio doveva finire nei tg, altrimenti?
«Perché siamo famosi, perché la gente ci segue, perché se mangiamo Nutella tutti mangeranno Nutella o, almeno, parleranno di noi che mangiamo Nutella».

Non le sembra di esagerare? Intanto sono arrivate multe e tasse di 32.000 euro per l'impatto acustico e l'occupazione abusiva di suolo pubblico in piazza Plebiscito. Pentito nemmeno di quel concerto da trottolini amorosi?
«Non era un concerto, ma un flashmob, per cui avevamo richiesto, ed ottenuto, l'autorizzazione dal Comune».
 
Ma un flashmob non prevede un palco e una band, per quello si chiede un altro permesso.
«Secondo Wikipedia un flashmob è un assembramento improvviso di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, che si dissolve nel giro di poco tempo, con la finalità comune di mettere in pratica un'azione insolita. E io quello ho fatto».

Un'azione insolita su un palco e con il suo gruppo che suona per migliaia di persone?
«Se chiamo gente non è colpa mia, ma non c'era un palco, piuttosto una scatola di polistirolo, una messinscena per fare una sorpresa alla mia donna con un'azione insolita, appunto».

Insolita di sicuro, ma quello sembrava davvero un palco, come conferma il video che spopola su YouTube, dove ha superato le duecentomila visualizzazioni. Comunque, pagherà multe e tasse?
«Ma quali multe? Ho letto che qualcuno le annuncia, ma mi devono arrivare e poi vedremo con i miei legali con chi prendercela: se mi autorizzi a fare una cosa poi non mi puoi multare perché ho fatto quella cosa».

Insomma, lei è convinto di aver fatto un semplice flashmob, di avere le autorizzazioni che, invece, le vengono contestate dalle autorità.
«Ecco, semplice no, non avrei mai fatto una cosa semplice per Tina, volevo che fosse felice, tra la musica, i palloncini, i coriandoli... Una cosa, diciamo, piuttosto speciale. Polizia, carabinieri, Comune, sapevano tutto, siamo stati per ore in piazza, nessuno ha avuto da ridire. Volevamo festeggiare un matrimonio perché parlare di camorra, perché rovinare quello che doveva essere il più bel giorno della vita di mia moglie?».

Magari perché Tina Rispoli è vedova del boss Gaetano Marino, ucciso a Terracina il 23 agosto 2012.
«Appunto: lui è morto nel 2012, noi ci siamo conosciuti nel 2015, ci sposiamo nel 2019. È una donna dalla fedina penale pulitissima, di che cosa la si vuole accusare? Non c'entriamo nulla con la camorra, non abbiamo anche noi diritto a sposarci come vogliamo?».

Rifarebbe tutto?
«Rifarò tutto: tra un mese nozze in chiesa».

Di nuovo la carrozza con i cavalli bianchi, di nuovo il flashmob al Plebiscito, il corso di Secondigliano bloccato, il trash di Napoli che finisce in tutti i tg?
«Ma quale trash? E che male c'è nel sognare un principe azzurro e una principessa trainati da destrieri immacolati? Non abbiamo bloccato nessuna strada e, poi, anche gli scioperi e i cortei bloccano le strade, ma mica chiedono il permesso».

Certo che lo chiedono, anzi devono anche concordare il percorso con la Questura.
«Vabbè io non l'ho fatto, non lo sapevo, non penso che sia questo il problema».

E qual è allora?
«Magari i trombettieri egiziani, che desidero dalla prima volta che li ho visti in un cartone animato? Costano duecento euro, me li posso permettere. E la carrozza era identificabile dalla targhetta che esponeva regolarmente. Abbiamo fatto tutto in regola, perché tutti ce l'hanno con noi?».

Tutti chi?
«I media, il Comune che dovrebbe pensare allo stato in cui ha ridotto la nostra splendida città, persino un prete in tv se l'è presa con noi due».

Non sarà che il tutto è una bella campagna pubblicitaria? In fondo anche economica, 32.000 euro di multa e tasse compresi?
«Siamo una coppia mediatica, è normale che tutto quello che facciamo diventi notizia. Perché si deve parlare del primo marito di Tina, che c'entra con me?».

C'entra con sua moglie.
«Ma era giovane, che ne sapeva della strada che avrebbe preso quell'uomo quando l'ha sposato? Ormai porta anche il mio cognome, chi infangherà il suo nome sarà querelato. Dovevamo partire per tre giorni di viaggio di nozze a Montecarlo, invece siamo qui, Tina è tristissima, io arrabbiatissimo».

Ma mezza Napoli e mezza Italia sparlano di voi, gridano all'oltraggio dell'immagine di Napoli.
«Forse per invidia. Ma noi proveremo ad essere più forti della polemiche, vivremo del nostro amore. Tina ha scoperto di avere un ritardo, speriamo la famiglia sia destinata a crescere».

Così ci sarà l'occasione anche per un'altra festa, un bel battesimo. Ma non è strano per un cantante neomelodico passare dall'altra parte della barricata?
«Ognuno si festeggia come vuole e come può. Io ho scelto come fare felice la mia donna. Ha 45 anni, meritava e merita piazza del Plebiscito, il corso di Secondigliano, il Maschio Angioino e qualsiasi altra cosa e posto».

Anche a costo di rileggere titoli sulla vedova del boss degli scissionisti?
«Ci siamo sposati, non abbiamo fatto una stesa.

Io canto, non sparo, non spaccio, non ho nulla a che vedere con il crimine organizzato. E mia moglie non può restare prigioniera del suo primo matrimonio».

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