Napoli, ancora una rissa a porta Nolana. La testimonianza di un residente: «Hanno quasi ucciso mio figlio»

Napoli, ancora una rissa a porta Nolana. La testimonianza di un residente: «Hanno quasi ucciso mio figlio»
di Antonio Folle
Mercoledì 6 Maggio 2020, 16:51 - Ultimo agg. 18:36
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Non accenna minimamente a placarsi il clima di altissima tensione che ormai da alcune settimane si registra nella zona di porta Nolana. Nel tardo pomeriggio di ieri due folti gruppi di extracomunitari - circa cinquanta persone in tutto - hanno dato vita ad una furiosa rissa da strada. Gli stranieri, dopo essersi affrontati a mani nude, hanno cominciato un fitto lancio di oggetti che ha rischiato di ferire i tanti passanti. Un bambino di sei anni è stato sfiorato da un grosso martello lanciato durante le ultime fasi della rissa. Il grosso attrezzo da lavoro, come ha raccontato il padre, è "volato" a pochi centimetri dalla sua testa. Una vera e propria tragedia sfiorata.
 


«Stavo passando in piazza dopo alcune commissioni e avevo per mano mio figlio - ha spiegato Mario Thomas, residente proprio nella zona di porta Nolana - quando improvvisamente si è scatenata questa violenta rissa tra gli stranieri che continuano a popolare la piazza. Mentre ci stavamo allontanando un grosso martello è volato nella nostra direzione e ha mancato la testa di mio figlio solo per pochi centimetri. Noi residenti - continua - siamo stanchi di denunciare inutilmente queste situazioni. Ormai c'è un rischio sempre più concreto anche per i pacifici cittadini che sembrano aver perso anche il semplice diritto di passare in questa zona».

Durante le prime fasi della violenta zuffa - che è durata alcuni minuti - i residenti hanno più volte tentato di mettersi in contatto con le forze dell'ordine. In quel momento, infatti, il teatro dello scontro tra bande di stranieri era presidiato solo da uno sparuto drappello della Polizia Municipale.

«Abbiamo chiamato più volte i numeri di emergenza per chiedere un intervento - ha spiegato il dirigente nazionale di Fratelli d'Italia Luigi Rispoli - ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Riteniamo di una gravità inaudita il fatto che le chiamate dei cittadini alle forze dell'ordine cadano nel vuoto perchè nessuno risponde. In questi giorni abbiamo assistito alla giustissima solerzia degli agenti che hanno controllato minuziosamente i cittadini italiani che uscivano per commissioni o per fare la spesa. I controlli - accusa Rispoli - si sono però concentrati solo nei confronti dei cittadini italiani. Gli stranieri, molti dei quali senza permesso di soggiorno, hanno continuato con le loro attività illecite in piazza praticamente alla piena luce del sole. Mentre i cittadini italiani se ne stavano chiusi in casa - conclude - decine di extracomunitari continuavano e continuano a vendere droga e cellulari rubati. Abbiamo protocollato una lettera urgente al Prefetto per chiedere maggiore attenzione su questa piazza e, nello specifico, sul problema della violenza degli stranieri che ormai si sentono padroni di tutto. Contiamo in una veloce risposta da parte delle nostre istituzioni».

Una situazione decisamente più normale, invece, nel quartiere Vasto, altro punto "critico" della zona, dove l'atteggiamento di molti extracomunitari durante il lockdown ha messo tragicamente a nudo - qualora ve ne fosse ancora bisogno - le enormi difficoltà a garantire una serena convivenza tra gli stranieri e gli italiani. Stamattina proprio il quartiere Vasto è stato al centro di una vasta operazione antidroga che ha visti impegnati decine di agenti e di cani antidroga. Nonostante tutto, però, anche al Vasto la tensione continua ad essere più che evidente.

«Ormai non crediamo più alle nostre istituzioni di prossimità - ha spiegato Adelaide Dario del Comitato Vasto-Nolana - a cominciare da Municipalità e Comune.
Per questo ci rivolgiamo direttamente al Prefetto per chiedere un maggiore sforzo sui nostri territori. Anche in questi giorni si fa un gran parlare di diritti umani - continua l'attivista - ma continuamo a chiederci chi ha il dovere di garantire i diritti umani anche dei cittadini italiani che non chiedono altro che di poter vivere in tranquillità nei loro quartieri». 

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