Offese agli operai, l'azienda
si scusa: «Una frase brutale»

Offese agli operai, l'azienda si scusa: «Una frase brutale»
di Pino Neri
Sabato 13 Luglio 2019, 07:41 - Ultimo agg. 07:58
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«La Tiberina si scusa con i suoi operai di Pomigliano». Il gruppo internazionale dell'indotto automobilistico con sede a Umbertide (Perugia) ha diramato ieri un comunicato di scuse indirizzate ai lavoratori, dopo la frase razzista usata in fabbrica la settimana scorsa da Dario Liccardo, direttore dello stabilimento che lavora nell'indotto di FCA.

 

L'OFFESA
La frase incriminata («Bisogna bruciare Napoli e i napoletani, che sono il rifiuto del mondo») era stata diffusa attraverso i pannelli elettronici dello stabilimento per «spronare» (questa è la giustificazione del direttore) gli operai a essere più civili ed efficienti nei luoghi di lavoro. Poco prima di questa discutibile iniziativa c'erano stati degli episodi considerati spiacevoli dal management: la mensa operaia lasciata sporca, alcune distrazioni produttive e uno sciopero contro il super caldo nei capannoni. Tuttavia quella frase ha profondamente offeso i lavoratori, che sono anche scesi in sciopero.
«Se i dipendenti dello stabilimento Tiberina Pomigliano e coloro che vivono nel territorio napoletano si sono sentiti offesi dalle frasi comparse sul display, l'azienda si scusa per l'accaduto», è il messaggio diramato ieri pomeriggio e firmato sia dal Gruppo Tiberina che dallo stabilimento di Pomigliano. A ogni modo la multinazionale ha deciso di non adottare provvedimenti nei riguardi del direttore Dario Liccardo, 45enne ingegnere napoletano che da tempo vive in provincia di Latina. «Non si può tacere - spiega la Tiberina come la orribile frase comparsa nel display aziendale sia stata estrapolata da internet e sia stata commentata dal direttore di Tiberina Pomigliano con le parole Io non ci sto! ca@@o, bisogna reagire. Queste espressioni aggiunge l'azienda - scritte da un direttore nato a Napoli, hanno il chiaro significato di far capire ai dipendenti che se quello è ciò che pensa qualche persona dei napoletani allora è necessario reagire e fargli vedere chi sono e quanto valgono i lavoratori di quel territorio». Dunque, secondo il gruppo dell'indotto FCA non c'era «nessun intento offensivo». La Tiberina definisce però «brutale» il linguaggio utilizzato. «Un linguaggio sottolinea l'azienda - che non è consono e corretto. E poi lo strumento di comunicazione del messaggio non deve servire per diffondere frasi prese da internet». Tiberina sottolinea di essere un'azienda «multiculturale», di «credere fortemente nel principio di uguaglianza dei popoli» e ribadisce «il massimo rispetto verso tutti i suoi dipendenti perché il valore delle persone deve essere misurato solo in base alla meritocrazia».
Ma i sindacati non sono soddisfatti. Pretendono le scuse pubbliche da Liccardo, davanti ai lavoratori. La vicenda sta pure generando reazioni politiche. Valeria Ciarambino, consigliere regionale del M5s, definisce «vergognoso» il gesto del manager, «lesivo della dignità non solo dei lavoratori ma di un popolo intero». Duro infine il commento di Triantafillos Loukarelis, direttore dell'Unar, l'Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali istituto presso la Presidenza del Consiglio. «La classe dirigente dice Loukarelis - dovrebbe dare sempre il buon esempio per cui utilizzare gli stereotipi più beceri è ingiustificabile».
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