Due liti prima dell'omicidio, ora è caccia ai killer del 17enne nel Napoletano

Due liti prima dell'omicidio, ora è caccia ai killer del 17enne nel Napoletano
di Dario Sautto
Mercoledì 27 Maggio 2020, 09:23 - Ultimo agg. 12:37
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Primi sospettati in commissariato, interrogatori serrati e indagini senza sosta. Appena 48 ore fa a Gragnano è deceduto un ragazzo di appena 17 anni, accoltellato a morte in via Vittorio Veneto probabilmente da un suo coetaneo. Almeno due liti hanno ricostruito gli inquirenti hanno preceduto la rissa a suon di coltellate che ha portato all'uccisione di Nicholas Di Martino, nipote del boss ergastolano Nicola Carfora. E il vero pericolo in queste ore immediatamente successive al delitto è che possano verificarsi vendette trasversali, come l'agguato avvenuto poco dopo il primo episodio, con la raffica di proiettili scaricata contro la vettura guidata dal 20enne incensurato Salvatore Pennino, ferito di striscio a un polso.

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LITE TRA RAMPOLLI
Su questi episodi stanno cercando di fare luce i poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia, insieme ai carabinieri della compagnia stabiese, che sono coordinati nelle indagini dal sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta della Dda di Napoli. Sì, perché fin dal primo momento il fascicolo per omicidio e tentato omicidio ipotizza un chiaro contesto camorristico nel quale sono maturate alcune liti tra rampolli di una famiglia ritenuta vicina al clan Di Martino e giovani legati ai Carfora, conosciuti con il soprannome «fuoco». Discussioni, liti, aggressioni e risse che si sarebbero verificate nei giorni precedenti e anche poche ore prima della morte del 17enne. Già nella giornata di lunedì erano state ascoltate alcune persone sia dalla polizia che dai carabinieri. Possibili testimoni dell'accaduto, persone informate sui fatti. Poi, la prima svolta era arrivata nella notte, quando in commissariato è stato portato un 21enne, ritenuto uno dei complici del killer. Il giovane, che frequenta alcuni rampolli del clan Di Martino, è stato rilasciato dopo alcune ore. Nella giornata di ieri altre due persone sono state al cospetto degli investigatori, che hanno già circoscritto le indagini a un ristretto numero di sospetti. Tutti giovanissimi, hanno in qualche modo partecipato a una lite avvenuta alcune ore prima della rissa tra almeno quattro persone che ha portato all'uccisione di Nicholas e al ferimento del cugino 30enne Carlo Langellotti. Quest'ultimo è tuttora ricoverato in condizioni critiche all'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dopo un delicato intervento chirurgico per le coltellate al torace e all'addome riportate nella rissa avvenuta nel cuore della movimentata notte tra domenica e lunedì.

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno ripreso quasi completamente l'incontro tra i litiganti, la scena di violenza e la fuga dei feriti. Tutto è avvenuto in pochi interminabili secondi di follia, che hanno poi vissuto una seconda puntata tra via Roma e via Pasquale Nastro, con la raffica di proiettili esplosa contro la vettura del 20enne. Uno sgarro legato al mondo dello spaccio di droga, vicende di natura personale o regolamenti di conti per «questioni di onore» tra rampolli di famiglie di camorra sono le ipotesi sulle quali stanno lavorando gli investigatori, alla ricerca del movente che ha portato a questa serie assurda di aggressioni e vendette. Un botta e risposta che rischia di innescare una pericolosa scia di sangue.

Nel frattempo, questa mattina sarà conferito l'incarico al medico legale per l'autopsia sulla salma di Nicholas Di Martino, che probabilmente già domani sarà rilasciata per i funerali che, a questo punto, saranno quasi sicuramente «blindati».

Dopo l'uccisione di Nicholas, Gragnano ha vissuto un'insolita notte da «coprifuoco» di camorra, più silenziosa e vuota di quelle trascorse durante l'emergenza Covid-19. Tra lutto e paura, la città continua a interrogarsi sulla morte di un ragazzo, legato sì a contesti molto vicini alla camorra, ma pur sempre un adolescente di appena 17 anni, studente quasi modello, ammazzato da una coltellata alla coscia che non gli ha lasciato scampo. Un ragazzo come tanti altri, finito troppo presto nel mondo degli adulti e catapultato in una realtà pericolosa, prima che potesse comprenderne i rischi.

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