Omicidio a Lettere, l'ipotesi della vendetta personale dietro la morte dell'elicotterista in pensione

Omicidio a Lettere, l'ipotesi della vendetta personale dietro la morte dell'elicotterista in pensione
di Dario Sautto
Lunedì 2 Agosto 2021, 09:05 - Ultimo agg. 3 Agosto, 08:58
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Ucciso a colpi d'arma da fuoco mentre era nella sua vettura. Così è morto Domenico Giordano, 73 anni, elicotterista dell'Aeronautica in pensione, incensurato. Il suo cadavere è stato ritrovato all'interno della sua Renault Clio tra via Touro e via Nuova Depugliano, a Lettere, intorno alle 22 di ieri sera. Il 73enne è stato ucciso mentre tornava a casa dal fratello. A quanto pare aveva trascorso la serata in piazza. «Lo avevo incontrato a messa nella chiesa di Sant'Anna stamattina» riferisce il sindaco lettere Sebastiano Giordano. Sul caso, che si presenta come un vero e proprio giallo, indagano i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, agli ordini del capitano Carlo Venturini. Sul posto è giunto il sostituto procuratore Andreana Ambrosino, pm di turno alla Procura di Torre Annunziata, per le prime attività d'indagine. Acquisiti i filmati delle telecamere di videosorveglianza cittadine, gli investigatori provano a trovare le prime risposte proprio da quei frame che potrebbero rivelarsi preziosi per individuare l'assassino. Prima di quattro fratelli, celibe, Giordano appartiene ad una famiglia molto nota e amata della cittadina dei Lattari. Da quando era andato in pensione, il 73enne si occupava dell'orto di famiglia insieme al fratello. «Lo conoscevo da quando ero piccolo aggiunge il primo cittadino perché abitavo nei pressi della sua abitazione: sono persone tranquille, perbene, riservate ed educate. Quello che è successo è inspiegabile». Al momento è esclusa la pista che porta all'agguato di camorra, dunque l'inchiesta resta alla Procura guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso. 

Gli inquirenti ascolteranno parenti e amici della vittima per capire qualcosa in più sulla vicenda, che al momento resta avvolta nel mistero. Potrebbe trattarsi di una vendetta per questioni di natura personale e difficilmente si tratta di un errore di persona: chi ha sparato ha atteso che Giordano rientrasse verso casa, a pochi metri dall'imbocco della stradina che porta alla sua abitazione. Un episodio inquietante, che i verifica in piena estate, come i tanti omicidi che stanno insanguinando l'area dei monti Lattari da cinque anni. I precedenti, però, hanno tutti (o quasi) un unico filo conduttore, che porta alla lotta per la gestione del business delle piantagioni di canapa indiana, quelle che hanno trasformato l'area nella «Giamaica» italiana. L'ultimo omicidio è del giugno dello scorso anno ed è avvenuto a Caprile, frazione di Gragnano. Anche in quel caso, mentre rientrava a casa di sera, fu ammazzato un incensurato, il 41enne Matteo Dello Ioio. Negli anni precedenti era toccata ai coltivatori di cannabis indica dei Lattari. Antonino Di Lorenzo, ucciso a fucilate sull'uscio di casa, a Casola, a settembre 2019. Prima ancora erano morti a Pimonte Filippo Sabatino, l'autista del boss appena scarcerato Francesco «Ciccio» Di Martino, e proprio a Lettere, mentre rientrava a casa, fu ammazzato a fucilate Ciro Orazzo, altro «gestore» delle piantagioni della zona. 

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