Omicidio a Napoli nella notte: boss appena scarcerato ucciso in un circoletto

Omicidio a Napoli nella notte: boss appena scarcerato ucciso in un circoletto
di Luigi Sabino
Venerdì 12 Novembre 2021, 08:40 - Ultimo agg. 18:51
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Si torna a uccidere nella periferia nord di Napoli. Questa volta, a cadere sotto i colpi dei sicari, è stato Giuseppe Tipaldi alias Peppe ‘a recchia, figlio del ras Gaetano, entrambi considerati, un tempo, affiliati alla cosca Lo Russo.

Ancora poco chiari i contorni dell’agguato. Da una prima ricostruzione Tipaldi sarebbe stato ucciso poco dopo le due di notte mentre si trovava in un circolo ricreativo al civico 444 via Ianfolla, verosimilmente, in compagnia di altre persone che, però, si sarebbero dileguate prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. I killer non gli hanno lasciato scampo. Il 38enne, colpito in diverse parti del corpo, è deceduto sul colpo.

Pochi minuti dopo, sul posto, sono arrivati gli uomini del commissariato Scampia che, insieme ai colleghi della Squadra Mobile, hanno preso la direzione delle indagini. L’ipotesi più accreditata, al momento, è che il 38enne, personaggio noto negli ambienti criminali di Miano, sia stato eliminato perché aveva dato fastidio ai nuovi ras che hanno preso il posto che, un tempo, era dei Lo Russo.

Scarcerato da poco, infatti, Tipaldi stava cercando di ritagliarsi un suo spazio nel nuovo scacchiere malavitoso della zona.

 

Un omicidio che, per molti versi, ricorda quello di un altro vecchio boss del clan dei capitoni, Salvatore Milano, ammazzato anche lui, qualche mese fa, mentre si trovava in un bar di via Vittorio Veneto. Anche in quel caso, secondo gli investigatori, l’agguato sarebbe stato organizzato per impedire che il ras destabilizzasse i nuovi assetti criminali di Miano rivendicando un ruolo di primo piano nella gestione degli affari illeciti.

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Tornando alla figura di Tipaldi, gli investigatori riferiscono che sin da giovanissimo era finito al centro delle indagini sulla cosca mianese. Poco più che ventenne, ad esempio, fu protagonista, insieme ad Oscar Pecorelli ‘o malomm, di una clamorosa spedizione punitiva contro alcuni ragazzi del clan Licciardi che si concluse con la gambizzazione di uno di loro. Nel 2010, insieme al padre, fu, invece, coinvolto nella maxioperazione che portò all’arresto di decine di boss e gregari all’organizzazione criminale guidata dai fratelli Lo Russo. L’ultima volta che le cronache si occuparono di lui fu nel 2015 quando raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per aver violato gli obblighi della detenzione domiciliare non esitò a calarsi da una finestra del quarto piano. Arrestato, fu trasferito nel carcere di Poggioreale. 

In galera, quindi, ci sarebbe rimasto per diversi anni fino a quando, alcuni mesi fa, è tornato in circolazione avvicinandosi, riferiscono le forze dell’ordine, al gruppo dei Cifrone, quelli di sopra Miano.  Una vicinanza durata fino alla disarticolazione del sodalizio da parte delle forze dell’ordine. Rimasto solo, Tipaldi, avrebbe tentato, quindi, di riorganizzare alcuni superstiti dei Lo Russo e di tentare la scalata ai vertici della mala mianese. Un progetto, però, che i suoi nemici hanno stroncato, ieri notte, a colpi di pistola.

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