Omicidio ad Acerra, arrestati i killer del boss Tortora: la pistola ritrovata sotto il ponte di Pomigliano

Omicidio ad Acerra, arrestati i killer del boss Tortora: la pistola ritrovata sotto il ponte di Pomigliano
Giovedì 22 Ottobre 2020, 08:00
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I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia nei confronti di un 29enne domiciliato a Qualiano e di un 34enne di Marano di Napoli, entrambi pregiudicati e gravemente indiziati di omicidio volontario, porto e detenzione illegale di arma da fuoco e ricettazione, tutti reati aggravati dalle modalità e finalità mafiose. 

L’indagine è stata avviata a seguito dell’omicidio di Pasquale Tortora, 54enne acerrano, esponente apicale dell’omonimo clan, avvenuto ad Acerra il 20 maggio 2020. Nel corso dell’attività investigativa sono state visionate decine di telecamere di videosorveglianza, sia pubbliche che private, ed è stato necessario analizzare minuziosamente un imponente flusso telefonico, per il quale sono stati utilizzati avanzati software appositamente concepiti. 

 

Gli inquirenti hanno raccolto molteplici elementi per cui i due indagati risulterebbero gravemente indiziati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio di Tortora, delitto maturato negli ambienti camorristici locali, per cui sono tuttora in corso approfondimenti investigativi al fine di delineare i contorni dell’uccisione.

Per l’omicidio sono state utilizzate una pistola di grosso calibro, rubata anni prima nel salernitano, gettata poco dopo l’azione di fuoco sotto un ponte tra Acerra e Pomigliano d’Arco, e un’autovettura sottratta in un paese del napoletano a dicembre 2019.

Sia l’arma che la vettura sono state ritrovate dai militari nel corso delle indagini e sulle stesse il Ris di Roma ha condotto accertamenti scientifici, risultati poi determinanti per l’identificazione di uno degli indagati. 

Il 29enne qualianese, il 21 giugno scorso, era stato già arrestato dai militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, perché trovato in possesso di una pistola clandestina, diversa da quella usata per commettere l’omicidio de quo.

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