Omicidio a Napoli sotto il temporale, dubbi sulla faida di Ponticelli

Omicidio a Napoli sotto il temporale, dubbi sulla faida di Ponticelli
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 12 Dicembre 2021, 09:00
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I killer sono entrati in azione sotto la pioggia alle dieci di sera, sparando all'impazzata a poche decine di metri dal Covid Residence dell'ospedale del Mare. Nemmeno le telecamere di videosorveglianza, presenti in zona, li hanno indotti a desistere dall'azione: e così Napoli conta l'ennesimo omicidio di chiara marca camorristica, ancora una volta a Ponticelli. La vittima si chiamava Matteo Gennaro, aveva 35 anni ed un solo precedente di polizia, per possesso illegale di armi. E spunta un mistero nel mistero, quello dei proiettili con il quale l'uomo è stato ucciso: pur essendo stato raggiunto da una decina di colpi, sul selciato gli investigatori hanno repertato solo un bossolo e un'ogiva di pistola calibro 7,65.

Pochi e scarni i particolari dell'esecuzione. Ovviamente nessun testimone, nemmeno tra quei non pochi che sfrecciavano a bordo delle loro auto e moto venerdì sera alle 22 lungo viale Luca Pacioli, e dunque indagini che si affidano prevalentemente alla lettura delle immagini registrate dalle telecamere su strada.

È tuttavia presumibile che a compiere l'agguato siano state almeno due persone, forse a bordo di uno scooter.

I sicari sapevano che la vittima avrebbe percorso quella strada per fare rientro a casa, oppure lo seguivano già decidendo che il viale Pacioli sarebbe stato il luogo migliore per entrare in azione, considerate le non poche vie di fuga che quel tratto di strada offre. Matteo non risiedeva in zona, era nato a Cercola e viveva a Portici.

Un'esecuzione efferata. I killer, stando ad una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri che ora stanno indagando con il coordinamento dei pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia, avrebbero affiancato l'utilitaria a bordo della quale viaggiava (pare da solo) il 35enne aprendo il fuoco ed esplodendo dieci colpi di pistola. Subito dopo si sono dileguati, chissà verso quale direzione.

Quando qualcuno ha lanciato l'allarme e sul posto è stata inviata un'autoambulanza del 118, per Matteo non c'era più nulla da fare: quei proiettili lo hanno raggiunto al volto e al petto, ledendo organi vitali e facendogli perdere molto sangue.

I militari dell'Arma sono al lavoro per cercare di dare un movente al delitto e un nome a mandanti ed esecutori. Non è un compito facile, anche perché, scavando nella vita privata della vittima, si scopre che dopo quell'unico precedente relativo al possesso di armi, Matteo Gennaro era di fatto come scomparso dai radar della giustizia. Nel senso che su di lui non si erano addensati sospetti su comportamenti illegali o di fiancheggiamento alla criminalità organizzata. 

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A questo proposito va anche detto che sebbene l'omicidio si sia consumato a Ponticelli, a breve distanza dal famigerato Lotto Zero non ci sono - almeno al momento - evidenze capaci di collocare l'omicidio nell'ambito della faida che si combatte nel quartiere della periferia orientale di Napoli. Approfondimenti sono in corso per verificare se negli ultimi tempi l'uomo si fosse comunque avvicinato a uno dei gruppi di nuovo in lotta per il predominio sulle piazze di spaccio.

Indagini a trecentosessanta gradi, incluse le piste che portano a moventi personali. Un fatto è certo: per le modalità di esecuzione chi ha premuto il grilletto di una o più pistole lo ha fatto con il chiaro intento di uccidere. Matteo ha pagato con la vita qualche comportamento che per la criminalità organizzata resta imperdonabile. 

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