Omicidio del vip della camorra,
assolto in Appello il boss dei «girati»

Omicidio del vip della camorra, assolto in Appello il boss dei «girati»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 17 Giugno 2020, 18:04
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Uccisero il vip della camorra, l’uomo dei rapporti con le veline e i calciatori, ma anche il cassiere del narcotraffico, ieri condanne e assoluzioni in appello. Proviamo ad entrare nello specifico, alla luce del verdetto pronunciato in un palazzo di giustizia semivuoto. 

IL VERDETTO 
È stato assolto dall’accusa di aver organizzato e portato a termine un duplice omicidio che diede inizio alla cosiddetta terza faida di Scampia. Passa dall’ergastolo in primo grado all’assoluzione piena il boss e killer dei girati Umberto Accurso, al termine del verdetto pronunciato poche ore fa dalla prima corte di assise di appello.
Presidente Alaja, mercoledì pomeriggio, Tribunale deserto, arriva il secondo grado di giudizio per il duplice omicidio di Raffaele Stanchi (nella foto) e Luigi Montó, il 30 gennaio del 2012. 

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Difeso dall’avvocato Claudio D’Avino, Umberto Accurso ottiene l’assoluzione, dopo la condanna in primo grado, anche se resta detenuto per altre vicende omicidiarie (in un recente passato è stato indicato anche come il mandante dei colpi di bazooka esplosi contro la tenenza dei carabinieri di Secondigliano). Diverso invece il verdetto per gli altri imputati. Conferma dell’ergastolo invece per lo stato maggiore dei cosiddetti girati di Secondigliano, vale a dire per Antonio Mennetta, Fabio Magnetti e Francesco Barone; condannati a vent’anni, rispetto all’ergastolo in primo grado, Luigi Aruta, Alessandro Grazioso (difeso dagli avvocati Claudio Davino e Angelo Rossi), perché per loro è stata esclusa aggravante della premeditazione ed è caduta l’accusa di vilipendio di cadavere; mentre sono stati assolti Edoardo Zaino (difeso dall’avvocato Carlo Ercolino), Ciro Castiello (difeso dall’avvocato Giuseppe Ricciulli), che erano stati condannati all’ergastolo in primo grado. 

Un delitto eccellente quello consumato ai danni di Raffaele Stanchi, meglio noto come Lello Bastone, colpito a morte perche dalla cassa comune del narcotraffico erano spariti due milioni di euro.  Un agguato di peso anche per lo spessore di Stanchi, che poteva vantare entrature nel mondo dello spettacolo e dello sport. Ricordate i verbali su Stanchi? Era il cassiere degli scissionisti, l'uomo delle «mesate», degli stipendi agli affiliati, ma anche quello che possedeva il book di veline da contattare per le feste (a pagamento) per i boss della camorra di Secondigliano. E non solo: Stanchi era anche l'uomo che diede il via libera a Mario Balotelli (estraneo a fatti di camorra) nel suo tour per le piazze di spaccio della droga (anno 2010), oltre ad essere quello che invitò Valeria Marini (ovviamente estranea alla camorra e al narcotraffico) in casa del padre, sempre lì in quelle palazzine popolari alle porte di Napoli. Il suo corpo, assieme a quello di Montó, venne trovato in un’auto carbonizzata, aveva ancora un orologio di valore al polso.
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