Le indagini tecniche che potranno fornire le prime risposte sulla morte dei tre operai precipitati da un carrello elevatore nel quartiere Rione Alto a Napoli, sono cominciate ieri mattina. Dalle 9.30 il luogo della tragedia avvenuta al civico 156 di via San Giacomo dei Capri è stato sottoposto agli accertamenti tecnici non ripetibili disposti dalla Procura.
L’area della palazzina dove Luigi Romano, Vincenzo Del Grosso e Ciro Pierro hanno perso la vita lo scorso 25 luglio, è stata transennata e interdetta ai cittadini così come una buona parte del tratto stradale e dei marciapiedi limitrofi alla zona del cantiere, chiusi anche al passaggio pedonale, fino a ieri pomeriggio. Tra le maglie di questa tragedia che ha stravolto tre famiglie, un ennesimo dolore ha colpito ieri il nucleo dei parenti di Luigi Romano, colpiti da un secondo lutto. Il messaggio diffuso dai parenti sui social spiega che “è venuto a mancare nella scorsa notte Raffaele Romano per un malore in seguito alla morte del fratello Luigi Romano, vittima dell’incidente sul lavoro a Rione Alto” come si legge sui gruppi facebook dedicati al quartiere Secondigliano.
Operai morti al Rione Alto, l'accertamento irripetibile dei pm sul luogo della tragedia
Gli accertamenti
L’allestimento di una gru e l’evidente presenza di un drone di ultima generazione sono stati gli elementi che, più di tutti, non hanno fatto passare inosservati gli accertamenti tecnici irripetibili svolti ieri nella porzione del quartiere all’angolo tra via San Giacomo dei Capri e via Domenico Fontana. La necessità di garantire la sicurezza dei cittadini e, al tempo stesso, di consentire l’esecuzione di tutti gli esami tecnici senza alcuna contaminazione esterna ha reso necessaria l’interdizione di un ampio tratto stradale. Sul posto, presidiato della polizia di Stato con l’ausilio dei Vigili del Fuoco e della polizia municipale, i periti della Procura per le indagini della pm Stella Castaldo sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Antonio Ricci, sono stati impegnati per oltre cinque ore. Durante i rilievi tecnici hanno preso parte anche i consulenti tecnici di parte, nominati da alcuni degli avvocati delle parti offese e dei quattro indagati che, al momento, sono il titolare della ditta individuale, l’amministratore di condominio, il titolare della ditta per il noleggio del carrello elevatore e il responsabile per la sicurezza del cantiere nella palazzina.
Gli indizi
Il 62enne Ciro Pierro, il 67enne Luigi Romano e il 53enne Vincenzo Del Grosso sono morti sul colpo dopo essere precipitati da oltre 20 metri per il cedimento del cestello elevatore. Le verifiche tecniche in corso puntano ad accertare la presenza di segni di saldatura su un tubo di diversa sezione, analizzato ieri dai tecnici, o sul cestello su cui si trovavano gli operai poco prima di precipitare. La magistratura, dunque, mira ad individuare probabilmente più di un segno di saldatura e analizzare il serraggio dei perni di ancoraggio che potrebbero aver causato il capovolgimento del cestello. Tra il materiale sottoposto a sequestro e al vaglio dei periti incaricati dalla pm, c’è anche un dado che potrebbe essersi sfilato o che potrebbe risultare disancorato ma chiaramente ogni valutazione a monte degli accertamenti tecnici eseguiti sarà depositata tra 90 giorni come disposto dalla Procura con la possibilità di proroga.
Operai morti a Napoli, le verifiche al Rione Alto: tubo spezzato sul punto di saldatura
La denuncia
Durante gli accertamenti irripetibili, ieri mattina, era presente anche il consulente di parte nominato dagli avvocati Salvatore e Daniele Cacciapuoti, legali dei familiari di Ciro Pierro che hanno fatto sapere di “accertamenti di natura burocratica riguardo l’impiego del montacarichi nel cantiere dove hanno perso la vita i tre operai”. Sempre ieri è stata contattata dalla polizia la compagna di Del Grosso per sporgere denuncia dopo il furto avvenuto nell’abitazione dell’operaio, nel quartiere Sanità. «Un furto dove sono stati sottratti utensili da lavoro che aggiungono sciacallaggio a una tragedia che ha colpito tutta la famiglia» ha concluso il legale dei familiari.