Saranno due le prove orali a cui dovranno sottoporsi i praticanti avvocati napoletani (assieme ovviamente ai colleghi degli altri distretti di corte di appello). È quanto stabilito dalla Camera, che ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione in legge del decreto del 13 marzo del 2021 (numero 31), a proposito delle misure urgenti in materia di svolgimento dell'esame di Stato per abilitazione all'esercizio della professione di avvocato. In sintesi, mancano solo i decreti attuativi, ma è tutto pronto per una sorta di rivoluzione per l'accesso alla carriera forense di almeno cinquemila avvocati napoletani. Niente ressa e lunghe code alla Mostra d'Oltremare, come avvenuto fino a dicembre del 2019, ma due prove orali: la prima, che i napoletani sono chiamati a sostenere dinanzi a una commissione (non ancora sorteggiata) di Roma o Milano, che sostituisce il test scritto; poi, una seconda prova orale, che verrà sostenuta dinanzi a una commissione della corte di appello di appartenenza. Spiega Antonio Melillo, presidente designato dall'ordine degli avvocati di Napoli di una delle commissioni: «Ora che c'è stato questo passaggio dinanzi alla Camera, attendiamo un decreto attuativo che stabilisca omogeneità nel lavoro di tutte le commissioni, per evitare che di fatto si arrivi a una disparità di trattamento. Ci vogliono paletti chiari, a proposito di linee guida e quesiti, personalmente ho proposto una banca dati nazionali da cui attingere la materia degli stessi quesiti».
Soddisfazione da parte dell'Unione praticanti avvocati, guidata dal presidente Claudia Majolo e da parte di Vincenzo La Licata (vicepresidente Aipav): «È finalmente ufficiale che la sessione 2020 si svolgerà, e si svolgerà con il meccanismo del doppio orale, come delineato dal disegno di legge 31/2021.