Ornella Pinto ammazzata a Napoli, omicidio a “freddo”: «Organizzato con crudeltà»

Ornella Pinto ammazzata a Napoli, omicidio a “freddo”: «Organizzato con crudeltà»
di Leandro Del Gaudio
Domenica 4 Settembre 2022, 07:56 - Ultimo agg. 5 Settembre, 08:49
3 Minuti di Lettura

Aveva predisposto la fuga, con abiti puliti e stirati all’interno del bagagliaio dell’auto e un paio di accortenze che parlano da sole: non aveva con sè il proprio cellulare, segno che non voleva lasciare tracce; ma aveva un coltellaccio da cucina, facilmente prelevato dalla cucina dell’albergo di famiglia. Due aspetti che inchiodano - agli occhi dei giudici - l’imputato all’accusa di omicidio volontario, con l’aggravante della crudeltà e della premeditazione.

Sono questi i motivi che spingono i giudici della prima corte di assise di Napoli a condannare all’ergastolo Pinotto Iacomino, come responsabile dell’assassinio di Ornella Pinto, la docente uccisa a quaranta anni a marzo del 2021, nella sua abitazione di via Cavolino.

In centocinquanta pagine, ora è possibile leggere aspetti inediti di una vicenda agghiacciante, che ripropone il tema del femminicidio, della violenza di genere, in un anno scandito da episodi drammaticamente simili. Torniamo in quell’appartamento, nei pressi di via Tanucci. Ornella dorme nel suo letto, nella stanza affianco c’è il figlioletto di tre anni. Poche ore prima i due ex conviventi si erano chiariti via chat. Ornella lo aveva tranquillizzato, facendogli capire la sua determinazione a interrompere il suo rapporto, ma anche il rispetto che si deve al padre del proprio bambino. Parole dolci ma decise, Pinotto mette in scena il suo piano b. Quello dell’omicidio. 

Freddo e crudele, da parte di chi coltiva anche l’obiettivo di sparire dalla circolazione, magari facendo ricadere le colpe del delitto di Ornella su altre persone. Ma seguiamo il ragionamento dei giudici, a partire dalla ricostruzione dell’aggravante della crudeltà: «Papà ha ucciso mamma e ha rotto la casa», dice il piccolo alla zia. E ancora: «A casa di mamma ci sono i mostri», spiega il piccolo Daniele. Viene svegliato nel sonno dalle urla della madre, incapace di distinguere incubo e realtà, come accade per altro anche alla vicina di casa. Tredici coltellate nel sonno. Le prime sul fianco, mentre Ornella era nel letto. Poi le urla disperate e ancora tanti colpi. Decisiva la testimonianza della sorella di Ornella (la cui famiglia, rappresentata dal penalista Carmine Capasso, è parte civile): «Un urlo tremendo al telefono che non dimenticherò mai più... poi quella frase “è pazzo”, che Ornella scandisce prima di morire.

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA