Ospedale Cardarelli di Napoli, è tutto pieno: «Troppi ingressi al giorno, ora le barelle nei reparti»

Ospedale Cardarelli di Napoli, è tutto pieno: «Troppi ingressi al giorno, ora le barelle nei reparti»
di Melina Chiapparino
Martedì 19 Ottobre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 16:37
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L'emergenza non si placa all'ospedale Cardarelli, ancora in ginocchio con numeri da record per la presenza di barelle. La scorsa notte, nell'area dell'emergenza che comprende il pronto soccorso e l'Osservazione breve, sostavano 139 pazienti sulle lettighe a rotelle che continuano a invadere il presidio. Nonostante i provvedimenti eccezionali, attivati la scorsa settimana con il blocco degli ingressi al pronto soccorso, durato poco più di 24 ore e il blocco dei ricoveri programmati, ancora in corso, la situazione è così critica da far scattare un terzo provvedimento. Da ieri, infatti, la presenza di barelle è stata, in qualche modo, autorizzata anche nei reparti come viene indicato nella nota a firma del bed manager dell'azienda, Ciro Coppola. Da una parte, quindi, il Cardarelli mostra l'incapacità di assorbire ulteriori pressioni per quanto riguarda l'assistenza, dall'altra però, sempre al Cardarelli è partito un progetto per smaltire le liste di attese che prevede sedute operatorie e ambulatoriali, supplementari. 

L'ultima disposizione per dare una boccata di ossigeno al Cardarelli, è stata sottoscritta ieri da Coppola che cita la presenza di «oltre 100 pazienti nell'area del pronto soccorso e dell'Obi e di diversi pazienti allocati in barella nelle Unità Operative di degenza».

In pratica, nel documento che, ancora una volta lancia un grido d'allarme sulla presenza cronica dei barellati, si ufficializza e «si rende necessario ribadire la temporanea allocazione di pazienti anche su letti tecnici nella misura del 10% della capacità ricettiva della Unità di destinazione». Stavolta, si tratta di una misura destinata a tutti i reparti dell'ospedale e non necessariamente quelli collegati alla provenienza dei pazienti dal pronto soccorso. In questo modo, seppure con una certa proporzione rispetto ai posti letto dei reparti, si autorizza la presenza delle barelle ma è ancora più significativa l'indicazione riguardo alla disponibilità insufficiente da parte degli aiuti esterni all'azienda.

Il bed manager, sempre nella nota di ieri, sottolinea il coinvolgimento «puntuale» da parte della direzione ospedaliera della «competente Centrale operativa territoriale 118, delle altre strutture ospedaliere e della rete della struttura ospedaliera metropolitana al fine di acquisire specifica disponibilità ricettiva» ma, spiega che tale disponibilità non è sufficiente a fronteggiare le esigenze di servizio. Questo significa che, almeno per ora, non è bastata la disponibilità dei posti che la Regione Campania, lo scorso 7 ottobre, aveva indicato per alleviare il pressing sul Cardarelli, con una serie di cambiamenti e l'implementazione della disponibilità da parte di alcuni ospedali. «Le disposizioni dell'Unità di Crisi non hanno sortito effetti a distanza di più di dieci giorni» ha tuonato Franco Verde, coordinatore provinciale Anaao Assomed che ha richiesto «il monitoraggio dei posti letto e la possibilità di sanzionare le aziende ospedaliere in caso di mancata disponibilità».

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Nonostante la barellopoli e il blocco degli interventi programmati, al Cardarelli è partito un progetto per il recupero delle liste di attesa. Si tratta di un calendario di sedute operatorie e prestazioni ambulatoriali supplementari che diventerà operativo dal 20 ottobre 2021, coinvolgendo le equipe dell'ospedale con modalità simili all'intramoenia. Di fronte a chi obietta che un'iniziativa del genere sia totalmente incompatibile con la saturazione della ricettività ospedaliera, Giuseppe Longo, direttore generale del presidio precisa che verrà data precedenza a prestazioni ambulatoriali e regime di day surgery ma soprattutto si tratta «di un progetto finanziato dal Ministero che segue le indicazioni di una normativa a livello nazionale per il recupero delle prestazioni andate perse a causa della pandemia». «Abbiamo fatto la mappatura delle liste di attesa conclude Longo - daremo priorità ai pazienti oncoematologici e alle patologie croniche per bilanciare la perdita di prestazioni registrata tra il 2019 e il 2020». 

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