Ospedale del mare al gelo, il domino dei codici rossi: rischio caos al Cardarelli

Ospedale del mare al gelo, il domino dei codici rossi: rischio caos al Cardarelli
di Ettore Mautone
Lunedì 18 Gennaio 2021, 10:03 - Ultimo agg. 12:00
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Ospedale del Mare, ricoveri centellinati, pronto soccorso in difficoltà per l'emergenza freddo. In attesa dei lavori di adeguamento della trasmissione di energia - resi possibili dal dissequestro parziale del cratere dell'otto gennaio - si rischia l'effetto domino sull'intera rete ospedaliera, con l'inevitabile intesamento al Cardarelli, in uno scenario in cui il trend di contagiati da covid che si rivolgono agli ospedali è dato in aumento. Ma torniamo a Ponticelli. A che punto stanno i lavori? L'ospedale del mare è come una grande nave: procede lentamente e con i motori al minimo in acque gelide. Molti reparti e corsie hanno dimesso i pazienti e spento le luci. Le pompe di sentina (le stufe) vanno a tutta birra e assicurano aria calda in tutti gli ambienti di cura ma nei corridoi si gela. Le scialuppe di salvataggio hanno dirottato altrove, in altri ospedali o a domicilio, tutti i pazienti dimissibili. Il personale stringe i denti e attende che arrivino i rifornimenti di gasolio e di carburante. Servono acqua calda e termosifoni accesi soprattutto per le chirurgie completamente ferme e attive solo per gravi urgenze. La centrale termica, del grande ospedale di Ponticelli, si staglia immensa al di là della linea ferrata. Spenta e vuota come un grande relitto. Spettrale è anche la voragine che ha tranciato di netto tutti i collegamenti. Ieri, domenica, il cantiere era al buio e non c'era nessuna attività. I lavori dovrebbero iniziare oggi. Nei reparti intanto hanno incrementato il numero di stufette e ce ne sono attive, giorno e notte, in tutti gli ambienti. Il servizio antincendio sorveglia con assiduità i reparti e gli ambienti. Problemi ci sono solo negli spazi comuni. il personale è più tranquillo ora che sa che entro 10 giorni il problema sarà risolto. 

 

Resta da spiegare perché si è passati dalla situazione del tutto sotto controllo del giorno dopo il disastro, quando grazie ai gruppi di continuità non sono mai state interrotte le attività assistenziali e la fornitura d'acqua è stata ripristinata in meno di 24 ore, all'allarme e ai disagi degli ultimi giorni. Tutti si chiedono, inoltre, come sarà possibile sostituire l'enorme centrale fatta di cavi e tubi che alimentava i motori per pompare aria calda a un grande ospedale di 450 posti letto, immensi spazi comuni e chilometri di corridoi. Spiega il manager della Asl Ciro Verdoliva: «Pensavamo di poter realizzare un by-pass, ma purtroppo, invece, non è stato possibile tecnicamente effettuarlo e abbiamo dovuto provvedere a riprogettare l'intervento che si è rilevato più complesso del previsto comportando il dissequestro del cantiere».

Il nuovo progetto consiste nel montaggio di una nuova centrale esterna, un muletto che dovrebbe già essere nella disponibilità della Asl. Ci sono 10 giorni di tempo per gli allacci.

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Intanto il 118 all'ospedale del mare trasferisce solo codici rossi dalla zona di Napoli est. Inevitabile l'accresciuto afflusso negli altri pronto soccorso della città. Il Pellegrini risponde soprattutto alle esigenze dei quartieri del centro storico, il Cto ieri ha fronteggiato uno pneumotorace in una donna di Ponticelli e un blocco vescicale non cataterizzabile in un anziano di San Giorgio ma. Il grosso degli afflussi, sia di pazienti Covid sia di malati ordinari, riguarda il Cardarelli. Qui si è accesa una spia in Chirurgia d'urgenza dove è rimasto un solo posto libero mentre sono 26 i pazienti Covid (invece dei 3 o 4 di alcuni giorni fa) in pronto soccorso, (22 conclamati e 3-4 sospetti), a cui si aggiungono 30 malati ordinari in Osservazione al primo piano e altri 30 nella grande sala in basso visto che il vecchio reparto è completamente dedicato al percorso per infettivi. Anche i reparti Covid delle retrovie sono sotto pressione e da oggi se ne riattiva uno di quelli che erano stati temporaneamente chiusi. Critica la situazione, dalle 13 di ieri, anche al San Paolo per l'aumento dei casi sospetti di Sars-Cov-2. I sanitari, per alleviare la pressione invocano l'apertura di un pronto soccorso nei Covid center del Loreto Nuovo e del San Giovanni Bosco. Qui da mercoledì riprendono le attività non Covid nella palazzina della direzione sanitaria. Riaprono gli ambulatori e la Day surgery hernia center, dotata di sale operatorie, posti letto, personale dedicato e percorsi in sicurezza. Decisione che dimostra la volontà della direzione di far ritornare l'ospedale alla sua originaria funzione.

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