Ospedale del mare, un mese fa sopralluogo nell'area del crollo: «C'erano avvallamenti»

Ospedale del mare, un mese fa sopralluogo nell'area del crollo: «C'erano avvallamenti»
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 8 Gennaio 2021, 23:00 - Ultimo agg. 9 Gennaio, 11:15
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Non è una voragine naturale ma un cedimento strutturale. A dirlo è un geologo al cui occhio non sfuggono prove precise, e ben visibili dalle foto dell’area, ma anche per esperienza diretta. Prima di tutto la forma del crollo, rettangolare ovvero speculare a una struttura sottostante e non circolare come quelle naturali; lungo i margini ci sono dei pali solitamente usati per sostenere una struttura in cemento armato. Perché sia crollato proprio quel punto lo si capirà dopo un’accurata indagine geologica, ma tra gli elementi da valutare con cura ci sono anche le condotte d’acqua, che a quanto pare passavano proprio di lì, e verificare se fossero in pressione. Nessuna voragine provocata da infiltrazioni di pioggia in una cavità naturale sottostante, quindi, ma un evento, solo fortunosamente senza vittime, provocato da una combinazione di superficialità e imperizia avvenuta in passato. Oltre a questi elementi c’è anche un retroscena: nelle scorse settimane il direttore dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva ha fatto eseguire dei sopralluoghi ad alcuni esperti in geotecnica nell’area interessata dal crollo di ieri notte per la presenza di avvallamenti, i quali gli avevano suggerito di far eseguire ulteriori indagini tra cui dei carotaggi. 

 


L’ingegnere Ennio Aquilino è il comandante dei vigili del fuoco di Napoli. Dopo aver messo in sicurezza l’area ha voluto proporre a caldo l’ipotesi più accreditata: «È ipotizzabile che l’acqua torrenziale di questi giorni abbia inzuppato il terrapieno che poggiava su un solaio sottostante e l’eccesso di carico ha creato possibile cedimento». Una dichiarazione da cui emergono delle valutazioni importanti: parla di un solaio, quindi di una struttura edificata sotto al parcheggio, ma anche di terrapieno che una volta imbibito d’acqua avrebbe provocato il crollo. «Credo sia poco probabile che le infiltrazione siano la causa del crollo» continua un geologo che vuole restare anonimo. «Se c’era davvero un solaio in cemento armato, il carico sovrastante doveva essere spaventoso e non è questo il caso. Sono invece più propenso a pensare a una struttura interrata come una vasca antincendio, di consueto presente in un cantiere edile, riempita successivamente con materiale di risulta, ossia terriccio e ciottolame estremamente poco consistente». E da una ricostruzione temporale tramite le immagini satellitari di Google Earth, diffusa su un gruppo social composto da geologi, emerge proprio la presenza di una vasca nel 2007 mentre nelle immagini del 2013 è stata ricoperta. Altre immagini satellitari prelevate da Bing Maps mostrano che tra il 2008 e il 2010 sono state costruite tre strutture a tunnel, probabilmente per ospitare sottoservizi come condotte di acqua o del gas. 

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Ma le cause del cedimento quali potrebbero essere? «Sembra un cedimento laterale – continua il geologo - quindi è possibile una rottura delle condotte d’acqua». La vasca antincendio, diventata sede di sottoservizi è stata riempita con scarti edili su cui hanno steso l’asfalto, potrebbe aver ceduto per sifonamento nel sottosuolo, dovuto a probabile dispersione di acque per infiltrazione. È probabile che ci fosse una grossa perdita dalle condotte che ha interessato il piano di fondazione della vasca. Nel tempo si è dilavato il materiale più fine e il riassetto graduale dei materiali sottostanti ha fatto sì che la parte sovrastante non sostenesse più i carichi fino al crollo. Fatto sta che l’area aveva dei problemi, al punto da richiedere un sopralluogo tecnico. 
 

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