Ospedale del Mare, choc in corsia: infermiere aggredisce il collega, scatta l'inchiesta

Ospedale del Mare, choc in corsia: infermiere aggredisce il collega, scatta l'inchiesta
di Ettore Mautone
Venerdì 27 Dicembre 2019, 10:30 - Ultimo agg. 14:33
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Un infermiere del pronto soccorso dell'Ospedale del mare, nel primo pomeriggio del 24 dicembre, ha improvvisamente colpito con un violento pugno un suo collega come lui di turno in servizio al reparto di emergenza. La vittima, caduta a terra per il contraccolpo, è stata refertata e sottoposta a indagini Tac e a un breve ricovero in Osservazione per escludere conseguenze neurologiche e altri danni. L'aggressore è rimasto in servizio fino alla fine del turno e poi collocato in malattia per sette giorni dal responsabile del reparto.

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La direzione strategica della Asl, informata dei fatti, ha immediatamente attivato un'indagine interna tesa ad appurare la dinamica dell'accaduto. Dalle prime ricostruzioni e testimonianze raccolte dal pool di ispettori, non sarebbero ancora emerse con chiarezza le cause che abbiano potuto fare da innesco all'atto di violenza agita. Allo stato le ragioni del gesto restano dunque inspiegabili nè sarebbero riconducibili a vecchie ruggini personali ovvero a discussioni o diverbi nati all'interno della routine lavorativa. Quel che emerge, dal momento dell'aggressione ai minuti immediatamente successivi, è che lo stato di alterazione emotiva mostrato dall'aggressore ha spinto i sanitari di turno in pronto soccorso a chiedere l'intervento degli psichiatri reperibili dal reparto specialistico. Nella relazione compilata a valle dell'indagine eseguita dagli ispettori sanitari (relazione che sarà consegnata stamani al direttore sanitario di presidio Michele Ferrara) non sarebbero insomma emerse ragioni personali di confitto tra aggredito e aggressore né litigi passati ovvero insorti al momento del contatto violento. Su queste basi a spiegare l'accaduto si affaccerebbe l'ipotesi che vi sia stato dunque un particolare stato emotivo dell'infermiere che ha alzato le mani peraltro senza apparenti ragioni scatenanti.

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Si parlerebbe, nella relazione, di stato emotivo caratterizzato da profondo stress lavoro correlato. A conforto di tale ipotesi emergerebbero anche precedenti segnalazioni alla direzione sanitaria da parte del responsabile del pronto soccorso del presidio. Missive in cui verrebbe richiesto il trasferimento dell'infermiere in questione - peraltro considerato un ottimo professionista nelle sue mansioni - ad un altro reparto o servizio a fronte della mostrata incompatibilità con i carichi di lavoro e le pressioni emotive tipici di una prima linea. A detta di tutti l'infermiere da un punto di vista professionale sarebbe molto preciso e impeccabile ma in un pronto soccorso l'allarme continuo, la tensione nell'esecuzione di manovre spesso da eseguire in tempi contingentati, la mancanza di luce, il super lavoro e il riposo insufficiente per il ristoro psicofisico possono sfociare - in particolari soggetti più vulnerabili - in un burn-out ovvero in quella particolare condizione che rimanda a una cronica incapacità di rispondere appropriatamente agli stimoli esterni e alle tensioni alimentati in un circolo vizioso dall'inevitabile stress che comporta lavorare in un grande pronto soccorso. In base alle risultanze dell'ispezione è molto probabile che il comportamento dei protagonisti del deprecabile episodio sia ora sottoposto alla valutazione dell'ufficio di disciplina il cui iter prevede ulteriori approfondimenti e indagini su cause e azioni che sono sfociate nell'aggressione.
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