San Giovanni Bosco, anestesisti al lumicino e carenza di personale di altre discipline, a cominciare dai radiologi, che segnano una nuova emergenza per il presidio della Doganella nella ripresa post-Covid. La riapertura del pronto soccorso, dopo tre mesi, resta al palo e l'ospedale procede col freno tirato anche nelle attività chirurgiche ordinarie. Dalla fine di giugno il presidio della Asl Napoli 1 non è più un Covid center ma la grave carenza di specialisti, in alcune discipline chiave impiegate nelle aree di emergenza, continua a intralciare un difficile ritorno alla normalità delle attività ordinarie. Una nuova allerta è scattata una settimana fa quando la direzione sanitaria di presidio è stata informata dai reparti della grave carenza di specialisti, tale da limitare le attività alle ore mattutine e soltanto per cinque sedute operatorie a settimana. L'ultima tegola è il dirottamento di due specialisti ambulatoriali dal San Giovanni Bosco ad attività sul territorio per parte dell'orario prestato finora all'ospedale. Anche la Day surgery ne risente, una delle eccellenze del presidio: oggi opera per tre volte a settimana, il lunedì, martedì e venerdì mentre il complesso operatorio centrale, dotato di 4 sale, ne impegna soltanto una al giorno e in orati limitati a disposizione delle varie branche chirurgiche per una sola seduta a settimana fino alle 14. Anche al presidio intermedio di Barra, dove si opera in regime ambulatoriale, i turni sono coperti per tre volte a settimana ma a volte si scende a due in quanto gli anestesisti disponibili sono insufficienti. Mancano poi i radiologi per cui allo stato è impossibile aprire il pronto soccorso sia ostetrico sia generale.
Scenario in cui le liste di attesa si allungano ma è l'intero ospedale ne risente tra pensionamenti e abbandoni.
Dopo il no alla possibilità di una convenzione, giunto dal Cardarelli e dall'Azienda dei Colli, a loro volta a corto di medici delle discipline chiave, da lunedì 6 settembre le attività alla Doganella hanno ripreso con una sola seduta operatoria a settimana per ciascuna delle discipline chirurgiche (Neurochirurgia, Ostetricia, Chirurgia vascolare, Ortopedia e Chirurgia generale). Per tutte le altre funzioni al San Giovanni Bosco però lavorano ben 600 dipendenti che assicurano 20 posti di Medicina generale, 8 di Cardiologia (il primario è andato in pensione), 6 di Terapia intensiva coronarica, 14 di Chirurgia generale, 15 di Neurochirurgia, 7 di Chirurgia vascolare, altrettanti di Ortopedia, 4 di Terapia intensiva a uso interno, 7 di Ostetricia e 6 di neonatologia mentre sono stati trasferiti e persi negli anni Otorino, Ematologia, Maxillo facciale, Oculistica.