San Paolo, l'ultimo Sos a Napoli: «Siamo senza medici, rischiamo la chiusura»

Lettera dei camici bianchi al manager

L'ospedale San Paolo
L'ospedale San Paolo
di Ettore Mautone
Venerdì 20 Gennaio 2023, 08:35 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 09:00
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Dopo il Loreto e il San Giovanni Bosco ora a rischiare di chiudere è il pronto soccorso dell'ospedale San Paolo: dopo il presidio di via Marina e della Doganella, che non hanno il personale sufficiente per ripartire a pieno regime dopo gli anni della pandemia, il primo della lista candidato a un ridimensionamento dettato dalla carenza di personale è proprio la struttura di Fuorigrotta. Nonostante la ferma volontà del management della Asl Napoli 1 di rilanciare questa struttura, cruciale per l'assistenza di quattro tra i quartieri più popolosi della città, come Soccavo, Bagnoli, Pianura e Fuorigrotta, le continue defezioni, i pensionamenti e gli abbandoni pongono le basi concrete di uno stop.

Il precario equilibrio che da mesi si vive in Medicina di urgenza e in altri reparti, è nei fatti saltato negli ultimi giorni a causa dell'ondata di influenza che ha colpito anche i camici bianchi. La sofferenza maggiore è nel pronto soccorso: da mesi lavora con una dotazione di personale ai limiti dell'agibilità. Il grido d'allarme è degli stessi operatori che hanno preso carta e penna e chiesto d'incontrare ad horas il nuovo direttore sanitario Antonio De Martino che, dal primo gennaio e in attesa del concorso, è subentrato a Maurizio D'Amora, andato anticipatamente in pensione per motivi di salute. D'Amora, ex manager della Asl Napoli 3 sud, oltre ad aver strutturato il più attrezzato laboratorio di analisi della città dopo quello del Monaldi e del Cotugno, si è speso molto anche per rimettere in sesto l' ospedale. La situazione è critica: in pronto soccorso occorrono almeno 13 unità dedicate a prescindere dall'attuale momento di ulteriore penuria per malattia.

«Alla luce delle gravissime carenze di specialisti formati da impiegare nella turnistica del Pronto soccorso si legge nel documento al momento per malattia ci sarebbero almeno 20 carenze colmate con ben 750 ore in autoconvenzione da parte medici volenterosi ma da cui sarebbe pretenzioso esigere percorsi atti a ridurre l'affollamento».

In difficoltà sono quasi tutti i reparti come Ortopedia per recesso volontario del primario e conseguente mancanza di turni notturni e festivi e in consulenza al Pronto Soccorso. Neurologia dove la riduzione dei posti letto va avanti da mesi e manca il medico di guardia notturna. Ma anche la Chirurgia deve integrare il lavoro con 450 ore di autoconvenzione per coprire le guardie in Pronto Soccorso. Per non parlare della Pediatria a sui si aggiunge la Radiologia, anche qui per recesso volontario del direttore che pone le basi per la sospensione dei turni di notte. Tasselli che, messi insieme, mettono a rischio il funzionamento della prima linea.

Quali le possibili soluzioni? Al netto dei percorsi di reclutamento, che vedono la Asl impegnata strenuamente a colmare le lacune di personale, il Loreto potrebbe collaborare, visto che oggi lavora a scartamento ridotto. Una delle strade è la mobilità d'urgenza per un mese. Ma anche la Neurologia e l'Ortopedia dell'Ospedale del mare potrebbero dare una mano con alcuni turni. Per i pediatri si potrebbero unire le forze con il Santobono mentre per Radiologia, Chirurgia e Medicina un mano tesa potrebbe arrivare dal San Giovanni Bosco.

Si fa sentire intanto anche l'intersindacale della dirigenza medica; a fronte di carenze di 4.200 medici in Italia nei prossimi tre anni di cui 800 in Campania e un 118 che a Napoli ha solo 5 ambulanze medicalizzate su 17 avanza una serie di proposte a Regione e Ministero. Chiede al Presidente De Luca di continuare la battaglia a livello nazionale sul riequilibrio del riparto del Fondo sanitario e della quota di assunzioni fissato ancora al tetto anacronistico del 2004 meno l'1.4%. Alla Regione in nove punti si ribadisce tra l'altro la contrarietà assoluta ai reclutamenti con le cooperative, concorsi e graduatorie uniche, apertura dei pronti soccorso nei Policlinici, l'omogenea applicazione dei riconoscimenti aggiuntivi in Finanziaria regionale (da novembre invece disapplicati al Cardarelli come segnalato dalla Cimo aziendale) e la copertura di turni in pronto soccorso su base volontaria.
 

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