Muore dopo l’intervento
tre medici sotto inchiesta

Muore dopo l’intervento tre medici sotto inchiesta
di Nicola Sorrentino - Ciriaco M. Viggiano
Sabato 11 Agosto 2018, 22:58 - Ultimo agg. 12 Agosto, 13:26
4 Minuti di Lettura

Sono tre i medici indagati dalla Procura di Nocera Inferiore per la morte di Andrea Ferraro, il 63enne operaio di Vico Equense deceduto mercoledì nell’ospedale Villa Malta di Sarno in seguito a un intervento chirurgico all’anca sinistra. L’inchiesta è appena agli inizi, ma a breve potrebbe riservare delle sorprese. Al vaglio del pm Donatella Diana, titolare del fascicolo, ci sono le posizioni di tutti i medici che hanno prestato soccorso a Ferraro prima nell’ospedale di Vico Equense, poi in quello di Sorrento e infine in quello di Sarno. Ecco perché la lista degli inquisiti potrebbe allungarsi. Se ne saprà di più domattina, quando la Procura conferirà ufficialmente al medico legale l’incarico di eseguire l’autopsia sul cadavere dell’operaio. 

L’ipotesi di reato formulata dalla Procura è quella di omicidio colposo in concorso. Le posizioni sotto la lente d’ingrandimento della magistratura, al momento, sono quelle di due ortopedici e di un anestesista dell’ospedale di Sarno. Qui, proprio nel reparto di Ortopedia, Ferraro era stato trasferito il primo agosto scorso dopo essere stato ricoverato prima a Vico Equense e poi a Sorrento. Sei giorni più tardi era stato sottoposto a un intervento di sostituzione del collo della protesi all’anca sinistra, danneggiatosi a seguito di una caduta accidentale il 27 luglio. Già nelle ore successive all’operazione, però, il 63enne aveva manifestato un malessere fisico al quale si erano poi aggiunti dolori lancinanti allo stomaco e una copiosa fuoriuscita di sangue dalla medicazione. Eppure, secondo quanto riferito dalla moglie e dal figlio ai carabinieri di Sarno, il 63enne non avrebbe ricevuto le dovute attenzioni dai medici. Infine la morte, sopraggiunta nelle prime ore dell’8 agosto, poco dopo il ricovero in Rianimazione. Inquirenti e investigatori hanno a disposizione almeno tre cartelle cliniche riguardanti le condizioni del paziente.
 
Il che vuol dire che il pm Diana, qualora riscontrasse eventuali omissioni commesse dai medici degli ospedali De Luca e Rossano di Vico Equense e Santa Maria della Misericordia di Sorrento, potrebbe decidere di estendere l’inchiesta con nuove iscrizioni nel registro degli indagati. Ciò comporterebbe lo slittamento dell’autopsia, al momento fissata per domani: questo per garantire a tutti i medici «attenzionati» la possibilità di nominare un proprio consulente di fiducia.

Per comprendere le cause del decesso di Ferraro e chiarire l’eventuale sussistenza di responsabilità mediche, comunque, bisognerà attendere le risultanze dell’autopsia: 90 giorni il termine per il deposito assegnato dal pm al medico legale anche se, considerata la complessità del caso, non è da escludere uno slittamento. Due gli obiettivi dei familiari del 63enne, assistiti dagli avvocati Lucia Pilar De Nicola e Gianni Morana. Il primo: chiarire se i problemi all’anca sinistra di Ferraro siano stati aggravati da un (presunto) cattivo funzionamento della protesi impiantata nel 2013 nella clinica Malzoni di Avellino e parzialmente sostituita nel 2017 nella clinica Frate Sole di Figline Valdarno, in Toscana. In secondo luogo, l’autopsia dovrà accertare se i due giorni trascorsi in barella nell’ospedale di Sorrento e le ore passate da Ferraro nel nosocomio di Sarno senza che nessun medico lo visitasse abbiano irrimediabilmente compromesso le sue condizioni di salute fino a condurlo alla morte. 

Nella denuncia, d’altronde, moglie e figlio del 63enne sono stati chiari: «In seguito all’intervento nell’ospedale di Sarno, Andrea perdeva sangue dalla medicazione e accusava dolori lancinanti all’addome che non si placavano nemmeno con gli antidolorifici somministratigli dagli infermieri.

Eppure, per diverse ore, nessun medico lo ha visitato, tanto che siamo stati costretti a rivolgerci al pronto soccorso». Un più tempestivo intervento dei sanitari avrebbe potuto salvare la vita a Ferraro? Possibile che il dolore accusato dal 63enne sia stato provocato da un embolo? Se sì, che cosa lo ha scatenato? A stabilirlo sarà l’autopsia alla quale prenderanno parte i consulenti tecnici degli indagati, della moglie dell’operaio e, probabilmente, delle due sorelle di quest’ultimo: la Procura di Nocera le ha qualificate come persone offese, invitandole a nominare un perito in vista dell’autopsia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA