Ospedali Campania, piano regionale: «Sì ai presidi di comunità»

Ospedali Campania, piano regionale: «Sì ai presidi di comunità»
di Ettore Mautone
Domenica 29 Maggio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 30 Maggio, 07:21
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Ospedali e Case di comunità: via libera del Consiglio regionale al piano campano. Il programma, finanziato con quasi un miliardo di euro del Pnrr, prevede 48 Ospedali di comunità, 172 Case di comunità e 65 centrali operative territoriali (una sorta di 118 per le prestazioni di prossimità) e fondi dedicati all'ammodernamento del parco tecnologico e digitale degli ospedali. Per le Case della Comunità sono previsti investimenti per 249.721.198. Strutture polivalenti di Assistenza primaria, specialistica e sociosanitaria. I cittadini saranno assistititi da medici, infermieri, Oss e altri professionisti riuniti in team. In queste strutture i cittadini potranno effettuare esami diagnostici, spirometrie, screening diabetologici e oncologici, ricevere vaccini e fare prelievi. Gli Ospedali di comunità prevedono un investimento di 110.987.199 euro, sono destinati al ricovero breve di pazienti che richiedono cure a bassa intensità con 20 posti letto destinati a ridurre gli accessi impropri ai pronto soccorso e garantire le dimissioni protette. Dopo la presentazione, in sala giunta agli inizi dello scorso marzo il 24 maggio è arrivata la sigla del Contratto di sviluppo col Ministero della Salute. I flussi finanziari saranno tracciati al fine di prevenire infiltrazioni criminali.

A Napoli la missione del progetto è riqualificare l'assistenza e disporre di luoghi di cura più vicini ai cittadini a partire dal domicilio del paziente grazie agli investimenti sulla telemedicina.

Le Case di Comunità sono 33 (tutte da ristrutturare) di cui 10 nei distretti e una a Capri. Andranno a potenziare le attuali funzioni distrettuali in tutti i quartieri con funzioni ambulatoriali e infermieristiche avanzate. Ce ne sarà una anche all'interno del perimetro di ciascun ospedale di Comunità. A Napoli nord sono 24 (4 da realizzare ex novo) e a Napoli sud 31 (18 nuove). Da ripartire tra le Asl ci sono altri 19 milioni per le centrali operative territoriali (1 a Napoli e una a Capri) mentre in provincia saranno a Marano, Giugliano, Pozzuoli, Afragola, Frattamaggiore, Acerra, Ischia, Caivano, Marigliano, Roccarainola, Pollena Trocchia, Pomigliano, Palma Campania, San Giorgio, Gragnano, Vico, Sorrento, Ottaviano e Torre Del Greco. Gli ospedali di Comunità a Napoli sono 7: strutture già declassate a poliambulatori o per funzioni residue. A regime potranno contare su un numero limitato di posti letto di area medica, tecnologie di primo livello, l'apporto della medicina e pediatria di famiglia, delle guardie mediche e degli specialistici ambulatoriali a cui sarà aggiunta un'ossatura di medici di Comunità appositamente formati dalla Regione. Saranno per questo ristrutturati gli Incurabili, Viale della Resistenza a Scampia, Gesù e Maria, Annunziata, San Gennaro, Salita San Raffaele e Loreto Nuovo. 

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Per quest'ultimo presidio il destino è tuttavia ancora incerto. Da venerdì scorso è scattato lo stop ai nuovi ricoveri Covid, entro il 5 giugno lo stop a tutte le attività assistenziali, quindi ci sarà la sanificazione ed entro domenica 26 giugno la ripresa delle attività cliniche solo di tipo medico (Oncologia, Internistica, forse una Pediatria in supporto del Santobono. In pratica come per il San Giovanni Bosco anche qui mancherà all'appello il Pronto soccorso ma se alla Doganella il nodo è il personale in questo caso si va appunto verso un ospedale ibrido a metà ospedale di Comunità e in parte centro clinico per alcune specialità come pilastro delle cure territoriali. Il manager può contare su forze fresche, anestesisti appena assunti (28 specialisti e 57 specializzandi) per potenziare tutte le chirurgie degli ospedali della rete. «L'auspicio - dice Valeria Ciarambino capogruppo 5S - è che al piano sia data attuazione nei tempi indicati (tre anni) e che le nascenti strutture siano dotate di personale adeguato». 

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