Ospedali e Case di comunità: via libera del Consiglio regionale al piano campano. Il programma, finanziato con quasi un miliardo di euro del Pnrr, prevede 48 Ospedali di comunità, 172 Case di comunità e 65 centrali operative territoriali (una sorta di 118 per le prestazioni di prossimità) e fondi dedicati all'ammodernamento del parco tecnologico e digitale degli ospedali. Per le Case della Comunità sono previsti investimenti per 249.721.198. Strutture polivalenti di Assistenza primaria, specialistica e sociosanitaria. I cittadini saranno assistititi da medici, infermieri, Oss e altri professionisti riuniti in team. In queste strutture i cittadini potranno effettuare esami diagnostici, spirometrie, screening diabetologici e oncologici, ricevere vaccini e fare prelievi. Gli Ospedali di comunità prevedono un investimento di 110.987.199 euro, sono destinati al ricovero breve di pazienti che richiedono cure a bassa intensità con 20 posti letto destinati a ridurre gli accessi impropri ai pronto soccorso e garantire le dimissioni protette. Dopo la presentazione, in sala giunta agli inizi dello scorso marzo il 24 maggio è arrivata la sigla del Contratto di sviluppo col Ministero della Salute. I flussi finanziari saranno tracciati al fine di prevenire infiltrazioni criminali.
A Napoli la missione del progetto è riqualificare l'assistenza e disporre di luoghi di cura più vicini ai cittadini a partire dal domicilio del paziente grazie agli investimenti sulla telemedicina.
Per quest'ultimo presidio il destino è tuttavia ancora incerto. Da venerdì scorso è scattato lo stop ai nuovi ricoveri Covid, entro il 5 giugno lo stop a tutte le attività assistenziali, quindi ci sarà la sanificazione ed entro domenica 26 giugno la ripresa delle attività cliniche solo di tipo medico (Oncologia, Internistica, forse una Pediatria in supporto del Santobono. In pratica come per il San Giovanni Bosco anche qui mancherà all'appello il Pronto soccorso ma se alla Doganella il nodo è il personale in questo caso si va appunto verso un ospedale ibrido a metà ospedale di Comunità e in parte centro clinico per alcune specialità come pilastro delle cure territoriali. Il manager può contare su forze fresche, anestesisti appena assunti (28 specialisti e 57 specializzandi) per potenziare tutte le chirurgie degli ospedali della rete. «L'auspicio - dice Valeria Ciarambino capogruppo 5S - è che al piano sia data attuazione nei tempi indicati (tre anni) e che le nascenti strutture siano dotate di personale adeguato».