Ospedali Covid e forniture, l'inchiesta
​ora tocca anche la Regione Campania

Ospedali Covid e forniture, l'inchiesta ora tocca anche la Regione Campania
di Leandro Del Gaudio
Domenica 2 Agosto 2020, 23:31 - Ultimo agg. 3 Agosto, 23:30
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Vogliono sapere cosa è accaduto nei giorni dell’emergenza, a proposito di appalti e forniture per arginare il contagio in Campania e per realizzare strutture in grado di accogliere i pazienti affetti da coronavirus. Vogliono sapere chi ha fatto cosa, a che titolo lo ha fatto, in base a quali logiche. Un’inchiesta, quella sulla realizzazione degli ospedali Covid in Campania, che punta decisamente in alto, a giudicare dai nomi che sono stati raggiunti in questi ultimi giorni da informazioni di garanzia, blitz e sequestri. Indagine per turbativa d’asta, i pm bussano alla Regione, ci sono altri due indagati eccellenti: parliamo del presidente Soresa Corrado Cuccurullo, il manager numero uno della centrale di spesa sanitaria in Campania; e del consigliere regionale Luca Cascone, in passato assessore della giunta comunale guidata dal presidente Vincenzo De Luca, poi eletto nella maggioranza in consiglio regionale che sostiene il governatore. Dopo il coinvolgimento del dirigente della Asl Napoli uno Ciro Verdoliva, raggiunto da un decreto di perquisizione e sequestro (e al quale è stato sequestrato il telefonino cellulare), l’inchiesta ora punta ai vertici della centrale di spesa regionale, con un doppio passaggio istruttorio: sabato scorso, è stato sequestrato il computer di servizio di Cuccurullo in Soresa (dove sono stati acquisiti anche altri pc); mentre sono stati sequestrati pc e telefonino anche allo stesso Cascone, a sua volta al centro di esposti e inchieste giornalistiche.
 

 

Ma andiamo con ordine, a partire dalla fine, vale a dire dai blitz che hanno coinvolto il manager numero uno della Soresa. Difeso dall’avvocato Gabriele De Juliis, ieri mattina Cuccurullo si è recato al cospetto dei carabinieri del nucleo investigativo di Napoli, che gli hanno notificato un avviso di garanzia. Ha scoperto così di essere indagato per concorso in turbativa d’asta, in una vicenda in cui - spiega l’avvocato De Juliis - c’è la convinzione di «dimostrare la correttezza della propria condotta, forte del lavoro svolto dai rup delle varie procedure amministrative in seno all’unità di crisi». Inchiesta condotta dal pm Mariella Di Mauro, in forza al pool mani pulite del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, qual è il punto? Stando a quanto emerso finora, al centro di questo filone investigativo resta la procedura di gara per creare ospedali anti covid a Napoli (ospedale del Mare), a Salerno e Caserta (due strutture mai entrate realmente in funzione). Diciotto milioni di euro per realizzare strutture modulari, su cui oggi vertono le indagini.

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Ma cosa cercano ora gli inquirenti? Si parte dalle denunce dell’ex parlamentare Marcello Taglialatela (presidente di Campo sud, titolare di ben cinque esposti), ma anche dalle dichiarazioni di alcuni imprenditori nel campo delle forniture sanitarie (in alcuni casi intervistati dal quotidiano on line Fanpage), a proposito dell’appalto per la realizzazione dei tre ospedali aggiudicato da una ditta di Padova. Verifiche doverose, che battono su alcuni punti: la tempistica (tra il 17 e il 19 marzo), ma anche i requisiti richiesti dal bando, ritenuti troppo selettivi, quindi in grado di beneficiare una sola azienda, rendendo impossibile ogni altra forma di concorrenza. E non è finita. Al centro delle verifiche ci sono altri punti: la mancanza di ventilatori nella fornitura messa in campo dalla ditta che si è aggiudicata l’appalto principale; e il ruolo del consigliere regionale Luca Cascone. Per quanto riguarda i ventilatori, la Procura di Napoli ipotizza l’accusa di frode in pubbliche forniture, nel tentativo di capire se c’è stata un’inadempienza da parte della ditta di Padova e se la Soresa abbia messo in campo tutti gli strumenti utili per sanzionare la ditta di Padova, a tutela delle casse regionali.

LE MAIL
Altra storia quella di Cascone. Possibile che la Procura sia a caccia delle mail che attesterebbero il ruolo del consigliere regionale come «mediatore» tra ditte fornitrici e la Soresa, secondo quanto denunciato in questi mesi dallo stesso Taglialatela. È vero che ha svolto il ruolo di facilitatore nell’acquisto di guanti, mascherine e apparecchi sanitari? E a che titolo? Difeso dall’avvocato Cecchino Cacciatore, Cascone ha sempre rivendicato la correttezza della propria azione, ricordando il clima di emergenza in cui si trovò ad operare come «volontario» nell’unità di crisi.
Eppure, stando alle mail inviate da un anonimo a Taglialatela, spiccano diciture e riferimenti che lasciano intendere un ruolo operativo da parte di Cascone nel rapporto con i vari fornitori. Quanto basta ad imprimere un’accelerata, con il sequestro di computer e cellulari, in attesa di ascoltare la versione dei soggetti coinvolti nell’inchiesta che scava nei punti critici della pandemia in Campania.

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