Ospedali di Napoli, San Paolo e Pellegrini doppio stop: sarà caos

Ospedali di Napoli, San Paolo e Pellegrini doppio stop: sarà caos
di Ettore Mautone
Sabato 16 Aprile 2022, 09:00
4 Minuti di Lettura

Pronti soccorso il grande ingorgo: ad aggravare la situazione di una rete ospedaliera e dell'emergenza rimaneggiata, che dopo il Covid fa fatica a tornare al regime ordinario, si aggiungono ora anche i cantieri in corsia. Dopo le sale operatorie del Pellegrini - in manutenzione straordinaria per oltre un mese, sottoposte tutte (tranne una, che resta a disposizione dei codici rossi) a lavori urgenti per mettere fine alle infiltrazioni d'acqua - ora tocca ai 4 posti letto della Medicina d'urgenza dell'ospedale San Paolo. Il reparto, che lavora in stretta connessione con la prima linea del presidio di Fuorigrotta, da alcuni giorni è sbarrato. Anche qui è stato affisso il cartello «lavori in corso». La chiusura, in questo caso, è necessaria per procedere alla manutenzione e all'adeguamento degli impianti per l'erogazione dei gas medicali. Dovrà inoltre essere rifatta e aggiornata la rete elettrica che alimenta i monitor per la misurazione dei parametri vitali. Analoghi interventi di manutenzione e rifacimento interesseranno la Cardiologia, un reparto attivato due anni fa importando gli specialisti e i medici dagli Incurabili e che ora necessità di un adeguamento. Ce ne vorrà per almeno 15 giorni. 

Si tratta di lavori dovuti, finanziati da tempo, necessari e urgenti, rimandati a causa dell'emergenza Covid ma l'apertura di questi cantieri si sovrappone alla contemporanea indisponibilità del pronto soccorso del San Giovanni Bosco e del Loreto: il primo tornato a funzioni ordinarie dopo la lunga parentesi Covid ma a mezzo servizio e privo della prima linea per carenze di personale e il secondo ancora a presidio della rete Covid e in prospettiva da riconvertire in ospedale di Comunità.

Tasselli che messi insieme compongono un quadro a tinte fosche che manda in corso circuito la già tesissima rete dell'emergenza in città. Un effetto domino che in questa fase di ripartenza post-Covid configura una sorta di tempesta perfetta aggravata dal periodo delle feste di Pasqua quando si assiste alla consueta riduzione dell'apporto della Medicina di famiglia, dei poliambulatori e dei distretti sanitari di base. 

Video

Con questi presupposti ai cittadini che abbiano problemi di salute non resta che riversarsi sul Cardarelli o l'Ospedale del mare, con l'unica ulteriore opzione del Cto, anch'esso, peraltro in costante affanno per l'intercetto costante di malati Covid che comporta talvolta lunghe sospensioni dalle attività in urgenza. Il Cardarelli viaggia ormai su quasi 300 accessi al giorno e oltre 100 pazienti di ogni tipo stipati nell'area del triage mentre in parallelo sono ancora tutti pieni i reparti Covid (il padiglione M ex intramoenia e le degenze del padiglione H ex Ortopedia). Per non parlare dell'Ospedale del mare che si dibatte nelle note difficoltà strutturali nel separare i pazienti positivi da quelli ordinari e un'area del pronto soccorso, corrispondente a una enorme sala in cui sono sistemati i letti dei pazienti in attesa di ricovero, completamente in tilt. 

Le soluzioni, per evitare il caos, non sono molte visto che i policlinici sono per ora limitati ai soli accessi tramite il 118 e per un pronto soccorso ci vorrà tempo, non meno di un anno. In aiuto del San Paolo c'è il San Giovanni Bosco con trasferimenti secondari in ambulanza dopo la stabilizzazione per le varie discipline attive di Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Cardiologia e Ginecologia. Lo stesso tragitto vale i pazienti afferenti alla Chirurgia del Pellegrini. C'è poi Villa Angela, una struttura accreditata, che sta dando una mano al presidio di Fuorigrotta. «Sono in molti gli utenti napoletani, fanno sapere intanto dall'ospedale di Pozzuoli, che dalla zona occidentale della città si riversano direttamente da noi sapendo le difficoltà che in questo momento ha la rete degli ospedali della città». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA