Ottimax chiude, ai 100 dipendenti
proposta la soluzione Sicilia

Ottimax chiude, ai 100 dipendenti proposta la soluzione Sicilia
di Marco Di Caterino
Venerdì 11 Gennaio 2019, 10:16
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L'evaporazione dei posti di lavoro. Un altro doloroso capitolo delle aziende che chiudono e lasciano in mezzo alla strada padri di famiglia. Questa volta tocca ai cento dipendenti della Ottimax, il megastore del fai da te e del bricolage nel centro commerciale «Le porte di Napoli» ad Afragola che con una lettera agli operai ha annunciato la chiusura del punto vendita il prossimo 30 aprile. Pur non parlando di licenziamento ha proposto ai dipendenti, anche quelli con contratto part time, di conservare il posto di lavoro con un trasferimento a Catania.

BUCHI NELLA LEGGE
«È il classico licenziamento in bianco tuona Gennaro Strazzullo segretario regionale Uil Tucs ( Turismo commercio servizi) che ha appena incontrato i tramortiti dipendenti - una pratica disumana già sperimentata con le vertenze Carrefour, Coop, e altri megastore. Un colpo di mano iniziato anni fa con la vertenza del bar Motta a Napoli. Nel caso specifico ci siamo immediatamente attivati, chiedendo all'azienda un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali. Ci siamo sentiti dire, che se volevamo aprire un confronto, dovevamo farlo a Roma. Una procedura illegale, anzi per noi un tavolo al buio, perché l'azienda nonostante le nostre sollecitazioni non ci ha ancora risposto». I sindacati, e in particolare la Uil Tucs, puntano il dito sulla legge regionale del commercio, definita lacunosa e che offre ponti d'oro alle aziende del settore commercio per operazioni simili a quella attuata dalla Ottimax. «È necessario conclude Gennaro Strazzullo, istituire una banca dati e legare e vincolare le licenze di commercio al nome dei lavoratori. Così si impedirebbero queste manovre che tendono a licenziare per ridurre i costi del lavoro, fatto salvo per poi riaprire con la stessa licenza e con la metà della forza lavoro con stipendi di fame». I sindacati hanno anche puntato la loro attenzione su un aspetto della vicenda che riguarderebbe la questione dell'affitto dei locali che ospitano il punto vendita di Afragola, ritenuto troppo oneroso dall'azienda. Sono solo voci ma le organizzazioni sindacali intendono appurarne la veridicità. Intanto la vicenda Ottimax è rimbalzata fino a Roma, grazie all'allarme lanciato dalla deputata Michela Rostan, di Liberi e Uguali, vicepresidente della commissione affari sociali della Camera che scrive: «Con una lettera indirizzata ai suoi cento dipendenti la Ottimax annuncia la chiusura del punto vendita di Afragola. Un colpo inaccettabile per l'occupazione nella nostra regione che deve essere assolutamente scongiurato. Chiedo al ministro dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, e al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di attivarsi al più presto per un tavolo di concertazione istituzionale con l'azienda al fine di salvaguardare i diritti dei cento lavoratori e delle loro famiglie».

 
LA PROTESTA
«È irricevibile il ricatto dell'azienda ai dipendenti - prosegue la deputata di LeU - costretti a scegliere tra le dimissioni o la deportazione. Un ricatto che sempre più spesso viene utilizzato per ribaltare sui lavoratori le scelte della dirigenza. Noi non ci stiamo ad assistere impassibili al depauperamento della forza lavoro in Campania dove si è permesso a tante aziende di sfruttare opportunità, finanziamenti e agevolazioni dello Stato e degli enti locali per poi sparire lasciando macerie». «Presenterò un'interrogazione al ministro Di Maio - conclude Rostan - per sapere cosa intende fare per impedire l'ennesimo scempio occupazionale».
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