Padel-mania a Napoli, oltre 250 campi attivi: «E il movimento può solo crescere»

Padel-mania a Napoli, oltre 250 campi attivi: «E il movimento può solo crescere»
di Ferdinando Gagliotti
Sabato 18 Giugno 2022, 15:34
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«Non durerà tanto», «È uno sport di serie B», «Solo una moda passeggera», «Il tennis per chi non sa giocarci»: ne sono state dette di tutti i colori al padel poco più di due anni fa, quando ha iniziato a rapire l'attenzione delle persone in Italia e all'estero. Eppure, oggi questo sport arrivato dall'America Latina si è prepotentemente inserito tra gli hobby preferiti degli sportivi dilettanti e non. Basti pensare al numero di campi presenti oggi sulla nostra penisola: oltre 5 mila, divisi per circa 2 mila strutture, con una crescita del +12% rispetto alla fine del 2021. A Napoli, secondo i dati dell'osservatorio nazionale del sito Mr Padel Paddle, sono attivi 256 campi su 130 strutture.

«Dalle 17 circa fino alla mezzanotte, i nostri campi sono tutti prenotati» ci confessa Francesco Bellucci, direttore della sezione padel del centro sportivo Rama club. «Questa struttura esiste dal 1991 ed è sempre stata il punto di riferimento del tennis in Campania, oltre che un centro federale che ha ospitato negli anni illustri atleti». Oggi, il Rama club vanta la presenza di otto campi outdoor da padel tutti di ultimissima generazione, dimostrazione del momento d'oro che sta vivendo questa disciplina. «Con l'evolversi di questo sport ci siamo evoluti anche noi: a gennaio 2020, prima della pandemia da Covid-19, abbiamo inaugurato i primi due campi, mentre venti giorni fa è toccato agli altri sei.

Siamo parte integrante del settore padel italiano perchè ogni anno ospitiamo due tornei con montepremi da 5 mila euro, mentre il primo agosto, per la prima volta, ospiteremo un torneo internazionale con montepremi da 12,5 mila euro.

In pochissimo tempo il padel è riuscito quindi a disintegrare i preconcetti delle prime volte, ma alcuni di questi resistono ancora. «Ad avere pregiudizi su questo sport sono soprattutto gli ex tennisti - conferma Bellucci - perchè si ha una certa “paura” per la novità. Con il tempo però sempre più persone si sono avvicinate al padel e sono sicuro che su questi campi ci troveremo anche tanti ex tennisti scettici. Il padel in Italia sta vivendo il suo picco assoluto: siamo ai massimi storici sia per numero di tesserati alla federazione - che corrisponde alla Fit, cioè Federazione italiana tennis - che di semplici praticanti. A livello federale si compiono sempre più sforzi: a Roma è da poco terminato un evento pazzesco - il Premier Padel -, forse il migliore mai organizzato. Non credo assolutamente che si tratti di una bolla di sapone».

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Al Rama club è possibile iscriversi anche a tornei fit open, cioè aperti a tutti. Ad aprile, la struttura ha ospitato i migliori giocatori italiani e ad agosto sono attesi atleti prestigiosi, ma anche tra “dilettanti” ci si diverte. «Questo è uno sport né difficie né banale, con un po’ di pratica possono giocarci tutti - testimonia una giocatrice, tra una pausa e l'altra durante una lezione - e diventa anche un bel momento di aggregazione. Sono state create tante chat per reclutare giocatori di pari livello per organizzare partite: basso, medio-basso, medio-alto, fino addirittura a “medio-reale”. Così non si rischia di incappare in match squilibrati».

In conseguenza al boom di questo sport, infatti, sempre più persone si affidano a maestri per avere lezioni private. Il Rama club vanta la presenza di due istruttori italiani di secondo livello e uno proveniente dall'Argentina: il suo nome è Guillermo Quintero, ha 27 anni e «prima di venire qui si trovava a Madrid, poi si è affezionato a questo posto e non è più voluto ripartire». Secondo Guillermo, il segreto del successo del padel è quello di essere «un gioco  dinamico, che fa divertire e che crea socializzazione. Ti fa tirare fuori un’energia che non hai in molti altri sport». Il maestro argentino sarà tra i protagonisti della Rama padel academy, accademia che partirà sulla struttura dal primo settembre con l'obiettivo di creare i giocatori di padel del domani: «Dobbiamo capire che questo sport, per evolversi, può nascere solo dai bambini. È utopistico che oggi un atleta che si avvicini al padel a 20 anni riesca a crearsi una carriera, mentre i più piccoli ci toglieranno tante soddisfazioni», conclude Francesco Bellucci.

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