Pagamenti per lavori mai eseguiti, 8 indagati per truffa all'Asl Napoli 1

L'inchiesta nata dalle segnalazioni del manager Ciro Verdoliva

La Procura della Repubblica
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Giovedì 18 Maggio 2023, 15:58
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Sono otto le persone, tra dipendenti e ormai ex dipendenti dell'Asl Napoli 1 Centro, indagate dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Napoli nell'ambito di una indagine che ipotizza la truffa ai danni dell'ente pubblico.

Le attività investigative hanno consentito di individuare nella veste di beneficiari 68 persone, tra cui figurano imprenditori e amministratori di società, nelle cui tasche sarebbero finiti pagamenti di prestazioni solo fittizi, illecitamente inseriti nel sistema informatico.

I mandati venivano poi vidimati dai dirigenti (che non risultano indagati) che così davano il via libera all'erogazione del denaro. L'inchiesta è nata da una serie di denunce presentate dal direttore generale dell'Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva tra il 4 e l'11 gennaio 2023.

Sono due le tipologie di frode riscontrate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli: la prima riguarda pagamenti per lavori mai autorizzati e mai eseguiti dall'Asl.

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Gli episodi riscontrati fanno riferimento al periodo che va dal 2019 al 2022 quando uno dei dipendenti infedeli ha disposto e inserito nel sistema informatico ordini di pagamento urgenti - anche quando risultava in malattia - per importi inferiori a 150mila euro (quindi sotto la soglia che prevede la gara e delibera) ricoprendo, in maniera anomala, la doppia veste di responsabile unico del procedimento e di direttore dei lavori, fornendo anche l'autorizzazione agli uffici amministrativi.

La seconda tipologia di truffa invece riguarda mandati di pagamento risultati non dovuti e neppure giustificati, anche per prestazioni inesistenti. Lo scorso 21 dicembre 2022 la Guardia di Finanza aveva già sottoposto a sequestro 4,7 milioni di euro. Il secondo decreto di sequestro invece ammonta a circa 2,2 milioni di euro. I finanzieri, durante le perquisizioni hanno anche sequestrato documentazione a casa degli indagati, tre ancora in servizio, due sospesi e tre andati in pensione. 

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