Palazzo D'Avalos, palazzi e chiese:
sono 60 gli edifici a rischio

Palazzo D'Avalos, palazzi e chiese: sono 60 gli edifici a rischio
di Paolo Barbuto
Giovedì 6 Giugno 2019, 09:25
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Ogni mese il Comune di Napoli spedisce decine di ordinanze a tutela della pubblica incolumità, sono indirizzate a proprietari di immobili che vengono giudicati pericolosi per la cittadinanza: si tratta di palazzi, chiese, monumenti, terrapieni che hanno gravi problemi di manutenzione e che potrebbero generare un rischio per chi passa, o abita, nei paraggi. Il percorso di queste ordinanze è lungo e tortuoso: i tecnici di palazzo San Giacomo rilevano un pericolo e chiedono al sindaco di scrivere un'ordinanza che andrebbe rispettata in tempi strettissimi: solo che bisognerebbe andare a controllare il rispetto dell'ordine del sindaco ma il personale a disposizione è poco, e poi ci sono i ricorsi che possono bloccare tutto, insomma, alla fine sono pochissimi quelli che rispettano i dettami di quei documenti e, nel frattempo, la città continua ad essere pericolosa.

Nell'ultima infornata di ordinanze, che risalgono al mese appena trascorso, le segnalazioni di pericolo sono più di sessanta e hanno aggredito anche la zona della Napoli-bene, Via dei Mille, Largo Ferrandina, Parco Grifeo.
Il luogo simbolo del degrado che può degenerare in pericolo è palazzo D'Avalos, eterno incompiuto con lavori in corso che non finiscono mai e battaglie legali per la proprietà che rischiano di trascinarsi ancora per lungo tempo. Nel frattempo, però, il palazzo storico di via dei Mille continua a degradarsi, tanto da spingere i tecnici del Comune a chiedere interventi urgenti per fessurazioni sulle pareti, distacchi di intonaco dalle facciate esterne pericoli perfino dai due pilastri dell'ingresso che affacciano direttamente sul marciapiede. L'ordinanza è stata indirizzata alla Vasto srl, la società che fa capo ai figli dell'ingegnere Ferlaino, nello specifico viene chiamata in causa la legale rappresentante, Tiziana Ferlaino alla quale viene imposto di provvedere con urgenza a cancellare i pericoli e a presentare un certificato che attesta il ritorno alla normalità.
 

A Largo Ferrandina, invece, viene chiesta urgenza nei lavori per la facciata del palazzo che guarda su via Nisco dal quale c'è il rischio di caduta di calcinacci. Differente il discorso per il Parco Grifeo: di fianco al civico numero 31 c'è un rudere che rischia il crollo. Il proprietario di quel rudere vive a Parigi, difficile che possa essere raggiunto dai vigili per la consegna dell'ordinanza.
LA CHIESA
Purtroppo capita spesso, anche gli antichi edifici sacri della città di Napoli si trovano nel degrado. Stavolta tocca alla seicentesca chiesa di San Potito, sulla collina della Costagliola, di fronte al Museo Nazionale. Anche qui c'è pericolo per crolli di intonaci e del cornicione, a padre Salvatore Fratellanza, responsabile dell'Arciconfraternita degli Ufficiali dei Banchi a San Potito, viene imposto di eseguire i lavori di messa in sicurezza entro dieci giorni e, in caso di inottemperanza, come sempre in questi casi, si paventa la denuncia alla Procura della Repubblica.
I DISSESTI
Non sono solo gi edifici a mettere a rischio la pubblica incolumità. Nell'ultimo blocco di ordinanze ci sono tre segnalazioni di muri e costoni di roccia pericolosi. Quello più preoccupante parte da via Palizzi e minaccia un parco del Corso Vittorio Emanuele (parco Eva): in questo caso il Comune è già intervenuto per chiedere la messa in sicurezza del costone che può franare ma non c'è stata risposta. Qualche giorno fa è partito il secondo avviso, e sarà l'ultimo prima della denuncia.
Su via Camaldolilli, invece, c'è un muro di contenimento che sta perdendo pezzi e che va rimesso in sesto il prima possibile, i proprietari sono tutti membri della stessa famiglia, a ognuno di loro è stata consegnata l'ordinanza. Situazione analoga in via Salvatore da Brindisi, stradina che unisce Salita San Raffaele a via Salvator Rosa: anche lì un muro di contenimento è pericoloso, perde pezzi e va rimesso in sesto.
Sono decine le ordinanze per edifici che presentano facciate degradate e a rischio di cedimenti. Tre decreti riguardano lo sgombero di edifici dove ci sono stati cedimenti di solai (a Secondigliano, Miano e Fuorigrotta), uno si concentra su via Duomo dove un antico palazzo rischia di perdere il piperno sottostante al balcone che domina l'ingresso: lì passano centinaia di turisti ogni giorno, bisogna intervenire in fretta.
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