Palazzo della camorra a Napoli, il piano del Viminale: «Pronti a intervenire»

Palazzo della camorra a Napoli, il piano del Viminale: «Pronti a intervenire»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 18 Gennaio 2022, 23:45 - Ultimo agg. 20 Gennaio, 07:24
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Di quel palazzo sanno tutto e non hanno intenzione di fermarsi nella propria azione di ripristino della legalità. Né hanno intenzione di legittimare silenzi e zone d’ombra. Anzi. Di quel palazzo - parliamo dell’edificio di via Pizzofalcone -, conoscono nomi e volti, storie e disagi, ma anche arroganza, prepotenza, maneggi di quelli che vengono consumati all’ordine del giorno da diversi anni, da quando - nel giro di qualche notte, una quindicina di anni fa - interi nuclei familiari decisero di insediarsi e di stabilirvi il centro dei propri interessi, delle proprie strategie opache. C’è un piano in Prefettura che riguarda il palazzo di via Egiziaca a Pizzofalcone - siamo a Chiaia -, a due passi dalla prefettura e dai centri nevralgici del potere amministrativo in città. Un piano finalizzato a riprendere possesso di quell’antico edificio del Demanio dove da tempo decine di nuclei familiari vivono senza averne diritto. Occupazioni abusive, che il più delle volte avvengono con il via libera di clan della zona che un tempo trafficavano sigarette di contrabbando, per poi passare alla gestione di stupefacenti e a una sorta di reato endemico in alcuni vicoli della zona: usura, prestiti a strozzo, un asset dell’economia legale. 

È uno scenario che verrà discusso questa mattina a porte chiuse in Prefettura, dove il padrone di casa - il prefetto Claudio Palomba - riceverà il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese (da sempre legatissima al contrasto della criminalità organizzata a Napoli e in altre regioni del Paese), del sindaco Manfredi e del governatore De Luca. Piena sinergia da parte del prefetto con la Procura e con i vertici degli enti locali, c’è una road map destinata a scandire questa prima parte del 2022, che va raccontata a partire da un retroscena: un mese fa sono state notificate delle diffide a sgomberare gli immobili occupati, inoltrate ovviamente ai singoli responsabili degli abusi finiti agli atti del caso Pizzofalcone. In sintesi, si trattava di preavvisi che ora potrebbero dare adito a delle soluzioni operative sul campo. Sono state individuati alcuni appartamenti, si punta ad usare il bisturi a partire dai casi più eclatanti. Una vicenda che è esplosa sulla scorta di una sorta di denuncia vibrata da un parroco della zona, don Michele Pezzella, che aveva parlato in modo diretto ai propri fedeli, a margine dell’omelia domenicale: «Agire con violenza - era il ragionamento -, impossessarsi dei beni dello Stato, violando i diritti dei più deboli non è da buoni cristiani.

In questa chiesa non posso tollerare questo stato di cose». 

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A chi si riferiva don Michele? Due gli episodi emblematici: si parte da quanto avvenuto nella casa della signora Carlotta, una docente di Lettere in pensione, tuttora costretta a vivere ospite di parenti in Irpinia, dopo che la sua casa in via Egiziaca a Pizzofalcone è stata invasa nel giro di poche ore. Libri e mobili antichi buttati giù per le scale, un catenaccio a serrare ogni possibilità della donna di recuperare i propri beni e di rientrare nella casa dove per decenni aveva versato il pagamento dei canoni mensili e delle utenze. Poi c’è una seconda storia, sempre e comunque collegata a questo scenario all’ombra del Pallonetto. In sintesi, qualcuno aveva provato a occupare dei locali della Parrocchia di via Egiziaca a Pizzofalcone, tanto da alimentare preoccupazione in seno ai fedeli che animano quella comunità. Denunce, segnalazioni, inchieste giornalistiche e interpellanze politiche, ora si attendono soluzioni da parte dello Stato, all’insegna dell’esigenza di recuperare la credibilità perduta agli occhi di chi paga un canone mensile o attende lo scorrimento di una graduatoria di alloggi pubblici. Una vicenda sulla quale si registra una nota del consigliere regionale Francesco Borrelli (Verdi), primo a denunciare lo scandalo delle recenti occupazioni abusive in zona Pallonetto, oltre a ricordare il groviglio di omissioni che hanno coperto ogni genere di illecito. Spiega Borrelli nella sua nota: «Domenica ho partecipato alla messa nella chiesa di Santa Maria a Pizzofalcone, che è stata continuamente disturbata dallo schiamazzo di scooter che circolavano in controsenso, con due o tre passeggeri alla volta intenti a trascinare legname per i cippi di Sant’Antonio. Hanno bussato a ripetizione clacson, a sottolineare il loro predominio in zona, quanto basta a chiedere che fine abbiano fatto gli annunciati interventi di ripristino della legalità. Doveroso l’intervento nelle case di edilizia pubblica occupate, dove c’è chi gestisce - tra l’altro - un’impressionante rete di prestiti a tasso usurario». 

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