Pallavolo Campania, rimborsi gonfiati:
l'ex presidente Boccia sospeso due anni

Ernesto Boccia
Ernesto Boccia
di Diego Scarpitti
Giovedì 13 Febbraio 2020, 22:17 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 06:40
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Acque agitate per la pallavolo. Il Tribunale Federale ha sanzionato Ernesto Boccia, ex presidente della Fipav Campania, sospendendolo da ogni attività federale per 24 mesi. Un procedimento disciplinare (49.19.20) deliberato nei confronti dell’ex numero uno del comitato regionale, «per aver, contravvenendo ai propri doveri istituzionali, in violazione dei principi informatori di lealtà e correttezza, nonché in violazione dei principi di corretta gestione ed amministrazione delle risorse economiche del Cr Fipav Campania, omesso la diligente custodia dei documenti contabili e dei giustificati di spesa; mentendo anche sulle circostanze del loro assunto smarrimento; disposto abnormi pagamenti per rimborsi a se stesso e ai suoi stretti congiunti senza adeguata giustificazione; falsato la contabilità del Comitato tanto nelle poste attive quanto in quelle passive, dando per effettuati, contrariamente al vero, pagamenti e rimborsi ai collaboratori e Ufficiali di Gara e non evidenziando correttamente mancati pagamenti per tasse e altro».

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Motivi della decisione. Origine della vicenda la relazione redatta dal commissario straordinario Guido Pasciari, nominato a seguito delle dimissioni volontarie dell’allora presidente Boccia, cui è seguito l’esposto presentato dal segretario generale Fipav, Alberto Rabiti (in data 11 ottobre 2019). In sede di passaggio di consegne il commissario Pasciari rilevava la mancanza di una serie di documenti necessari alla corretta gestione del comitato e per ricostruire la situazione contabile dello stesso. Alla richiesta del segretario generale di consegnare la documentazione e «fornire chiarimenti per la presenza di anomalie nella gestione, con particolare riguardo alla cassa contanti e ai rimborsi per il presidente regionale», Boccia inviava copia di una denuncia di smarrimento della documentazione del comitato.

Analisi. Il commissario straordinario non era stato messo in grado di accertare la regolarità contabile e, su incarico degli organi federali, ha dovuto ricostruire, - si legge nel comunicato del Tribunale Federale n.49 - la situazione creditoria e quella debitoria. L’attività di controllo è stata svolta dal commissario nominato dal Consiglio Federale, «a seguito di riscontrate incongruenze nella gestione amministrativa e contabile del comitato regionale».

In carica da maggio 2019. «Momento negativo. Sono dispiaciuto e amareggiato. Situazione purtroppo non facile. Sto provando a dare una mano alla mia regione, per uscire da questo tunnel. Bisogna lasciare da parte le polemiche delle prime ore e degli ultimi giorni. Occorre riportare la Campania dove merita. Serve una sterzata e una maggiore trasparenza», ha spiegato Pasciari, nella duplice veste di consigliere federale e commissario straordinario, considerato «soggetto qualificato». Criticità nella navigazione e tentativo di disincagliare la nave. «Dobbiamo andare avanti. Obiettivo riportare al centro l’aspetto sportivo ma non sarà certamente facile. Si punta alla crescita del movimento in prospettiva futura. E' nostra intenzione dimostrare che la Campania è viva e ha voglia di riprendersi da questa brutta pagina», ha concluso Pasciari, che traghetterà il comitato campano fino alle prossime elezioni.
 
Contestazione del modus operandi. Presentata dall’avvocato Nicola Napolione, legale dell'ex presidente Boccia, la memoria difensiva. «Siamo di fronte ad una situazione che scontenta. Sanzione a carico di Boccia di 24 mesi sulla base soltanto della relazione del commissario straordinario, succeduto al mio assistito per dimissioni volontarie. Relazione postuma al passaggio di consegne, che ha rivisitato la situazione, evidenziando delle irregolarità. Il commissario avrebbe dovuto svolgere esclusivamente una funzione di continuità rispetto al dimissionario presidente e non attività «inquisitoria», così definita dal legale Napolione, che lamenta «un’attività irrituale».

Difesa. «Richiesta ulteriore istruttoria e audizione del commissario: la sua una relazione unilaterale e non sindacabile, non suffragata da documentazione, senza consentire il contraddittorio tra le parti», argomenta l’avvocato Napolione. «Contestiamo la modalità degli accertamenti. Sono rammaricato per la sommarietà della giustizia sportiva e della sentenza». In pratica una lente di ingrandimento, per meglio vagliare il quadro «a garanzia del diritto di difesa».

Buone nuove. Dopo Milano e Roma, il commissario tecnico della generazione di fenomeni, l’argentino Julio Velasco, sarà a Napoli nel mese di maggio e poi sbarcherà all’ombra del Vesuvio la Nazionale italiana prima delle Olimpiadi di Tokyo 2020.
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