Palmese: i giovani di Napoli vogliono anche cambiare

L'intervento del sacerdote a margine della cerimonia dedicata ad Annalisa Durante

Il sacerdote
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Mercoledì 14 Dicembre 2022, 15:42 - Ultimo agg. 15:43
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«C'è una parte dei giovani di Napoli che ha voglia di cambiare, ma manca di quel canale che li caratterizza in questo cambiamento. Gaber diceva: l'urlo è un grido in cerca di una bocca, io credo che questo grido ha bisogno di una bocca per diventare dialettica e progetto». Così don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, sottolinea il difficile impegno dei giovani di una parte di Napoli che ha vissuto nella criminalità e che oggi vogliono costruire un loro personale cambiamento che aiuti l'evoluzione della città.

Don Palmese ha parlato a margine della ormai tradizionale iniziativa di Natale nel ricordo di Annalisa Durante, uccisa a 14 anni nello scontro tra fazioni camorristiche nel 2004 nel quartiere napoletano di Forcella. La ragazzina viene ricordata, come ogni anno nei giorni prima di Natale. «Ci sono luoghi emblematici - spiega Don Palmese - dove tutti dicono che c'è mafia ma anche antimafia, che qui non è fatta solo di dialettica o di una manifestazione di intenti ma della costruzione di una cultura alternativa alle mafie.

Giannino Durante è un esempio perché sa che chi ha ucciso sua figlia è stata la mano violenta della camorra ma anche pezzi di un territorio senza cultura, tradizione e storia. Recuperarli significa anche recuperare la dignità delle persone. Oggi vediamo anche un fatto reale e virtuoso dai terreni confiscati con le coop che lavorano nel disagio, si producono cose alternative al mercato imperante per poterlo consegnare come dono ai familiari delle vittime».

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