Papa Francesco telefona al prete deejay di Montesanto: «È il segno della sua vicinanza agli umili»

Papa Francesco telefona al prete deejay di Montesanto: «È il segno della sua vicinanza agli umili»
di Giuliana Covella
Domenica 7 Agosto 2022, 09:00 - Ultimo agg. 8 Agosto, 08:32
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Il 2 luglio scorso aveva fatto parlare di sé per una modalità diversa di far divertire i giovani con il primo rave cristiano nei locali dell'istituto Bianchi. Dieci giorni dopo si era schierato a favore di vittima e carnefice in un brutto episodio di cronaca, dove una ragazzina era stata sfregiata al volto dal suo ex fidanzato, anch'egli minorenne. Sarà per questo che la massima carica della Chiesa gli ha telefonato giovedì 4 agosto. «Pronto, sono Papa Francesco, non è uno scherzo». Così la voce dall'altra parte della cornetta ha esclamato componendo il numero di padre Michele Madonna, parroco della chiesa di Santa Maria di Montesanto. Una telefonata senz'altro inaspettata, che ha lasciato senza parole l'ex disc jockey oggi alla guida della parrocchia. Tanto che il sacerdote, da poco rientrato dai campi estivi con i giovani, si è chiuso in un più che ragionevole silenzio, dopo la chiamata speciale da parte del Pontefice. 

La notizia della telefonata di Papa Francesco a don Michele Madonna ha mandato in visibilio il quartiere di Montesanto: stupore ma soprattutto tanta gioia nei vicoli a ridosso della Pignasecca, dove il sacerdote opera da un decennio nell'omonima parrocchia oltre a quelle di Santa Maria Ognibene ai Sette dolori ai Quartieri Spagnoli e di San Liborio a piazza Carità.

La comunità dei fedeli, ma non solo, è fiera e orgogliosa di un parroco che ha letteralmente rivoluzionato il territorio con il suo operato. Lui non commenta sui social, né risponde al cellulare. Ma nel rione c'è chi lo fa per lui, manifestando una gioia immensa alla notizia che il Pontefice ha chiamato padre Madonna. Chi conosce bene il sacerdote e gli è vicino ogni giorno sostiene infatti che «il parroco si è detto felice per questa telefonata, che dimostra la vicinanza di questo Papa a un quartiere popolare, agli umili, a chi ogni giorno conduce un'attività pastorale nel segno del Vangelo, accanto ai giovani, nella speranza della fede». La telefonata dal Vaticano al parroco partenopeo promotore dei rave cristiani è arrivata giovedì scorso. Secondo indiscrezioni, il prete sarebbe caduto dalle nuvole, pensando a una presa in giro, per poi ricredersi quando ha compreso che quella dall'altra parte del telefono era realmente la voce del Santo Padre. «Pronto, non è uno scherzo, sono il Papa». Così il Pontefice ha esordito chiamando don Michele, che oggi ha 48 anni ed è noto soprattutto per le sue innovative attività di pastorale giovanile come il party all'insegna della movida sana e intelligente organizzato un mese fa e a cui parteciparono centinaia di ragazzi del quartiere, ballando tutta la notte musica cristiana remixata in chiave disco alternata con momenti di preghiera comunitaria. La telefonata è avvenuta tre giorni fa, ma padre Madonna - che è attivissimo sulla pagina Facebook della parrocchia - non ha voluto finora raccontare in pubblico l'episodio, trapelato solo ieri dalla ristretta cerchia di collaboratori che ne sono venuti a conoscenza.

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Ma cosa si saranno detti in quella telefonata il Pontefice e il sacerdote più anticonformista di Montesanto? Sempre secondo fonti vicine al sacerdote, il Papa ha conversato con il parroco, chiedendogli dettagli sulle sue attività (non ultime i campi estivi e l'accoglienza dei giovani venuti da altre comunità del nord Italia a far visita ai coetanei di Santa Maria di Montesanto) - che nei mesi scorsi hanno avuto ampia eco sui media, non solo cattolici - e raccomandandogli di tenerlo informato anche in futuro sul suo lavoro. Una storia particolare, quella del prete, che ha calamitato l'attenzione del Pontefice. Don Michele Madonna, nato nel 1974, è diventato sacerdote a 30 anni. Figlio del proprietario di una discoteca, fino a 23 anni ha fatto il dj e ora rivolge ai giovani e ai lontani molte iniziative pastorali fuori dagli schemi tradizionali, come le confessioni svolte lungo le strade del quartiere, proprio per andare incontro a coloro che non frequentano abitualmente la chiesa. Il suo territorio è popoloso e difficile: nel rione infatti, appena un mese fa, fece scalpore l'aggressione a una 12enne sfregiata al volto da parte del suo ex di 16 anni. 

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