Papa Francesco a Napoli, tour lampo tra voragini e rifiuti

Papa Francesco a Napoli, tour lampo tra voragini e rifiuti
di Gennaro Di Biase
Domenica 2 Giugno 2019, 09:00
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«La teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo»: così si intitola il convegno cui parteciperà Papa Francesco il 21 giugno in occasione della sua visita posillipina. Si parlerà di temi attuali e universali tra i quali l'accoglienza dei migranti e il ruolo della parola cristiana rispetto agli sbarchi. Eppure, prima della lectio, se il numero uno del Vaticano getterà uno sguardo oltre il finestrino e si concentrerà per qualche secondo sulle vie che lo staranno conducendo dal Virgiliano al complesso dei Gesuiti di via Petrarca, sede della discussione, potrà avere la sensazione di trovarsi in un paradiso (il Golfo di Napoli) malmesso (le buche stradali, i ponteggi, gli alberi decapitati, i marciapiedi bombardati e divorati dalle radici dei pini morti). Un eden parecchio sgangherato, almeno stando a come si presenta Posillipo oggi, e cioè a meno di un mese dal grande evento. D'accordo: il Papa, abituato a rammaricarsi per le vite spezzate dal mare o per le zone di guerra bombardate dagli aerei e non dall'incuria, avrà altro a cui pensare. Ma sarà bene che la sua auto offra pneumatici a prova di camel trophy.
 
Da programma la visita, promossa dalla Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, durerà sei ore. Arrivo al Virgiliano alle 9 in elicottero e decollo alle 15, sempre dal Virgiliano e sempre in elicottero. In mezzo, strette le mani con le istituzioni, alle 12 Papa Francesco interverrà al convegno in via Petrarca. Dopo l'atterraggio, salirà su una «semplicissima auto privata» per percorrere viale Virgilio, quindi via Pascoli e infine via Petrarca. Perché non la parte finale di via Manzoni, più larga e vicina alla sede del convegno? Un piccolo giallo, una domanda che lascia perplessi i posillipini, i custodi dei parchi e anche due poliziotti di pattuglia che si incontrano all'incrocio tra via Pascoli e la fine di via Manzoni: «Ci pare strano che il Papa passi da qui dicono la strada è stretta. Ma se è stato deciso così sarà per motivi di sicurezza». Probabilmente per ragioni di tempo e ordine pubblico, ci sarà dunque poco spazio per il bagno di folla. Ma ci sono anche pochi punti non distrutti e pochi marciapiedi non devastati.

Il tour del Papa inizia da viale Virgilio. Una gioiosa entrata che, al momento, di gioioso vanta l'arancione delle transenne sparse sui marciapiedi invasi dalla «zella». Immondizia varia e solita, inciviltà e incuria. Neppure i tronchi mozzati della strage di pini dei mesi scorsi sono allegri. E ancor meno i pezzi di legno abbandonati qua e là da inizio anno. All'esterno del Luna Park, una nonna invita la nipotina a non stare «tra le erbacce piene di rifiuti». Il manto stradale è da montagne russe, per restare in tema di Luna Park. Buche e dossi all'ordine del metro. Via Pascoli si presenta meglio: «Hanno riparato due buche di recente avvisa il giornalaio Rosario Izzi Qui però c'è un cantiere per la sostituzione dei pali d'illuminazione. In un mese dovrebbero finire». «Anche qui ci sono le buche spiega la farmacista Alessandra Bosso A volte è capitato che venissero da noi persone cadute. A prescindere dal Papa, spero in un intervento del Comune. La strada è pulita, più di viale Virgilio. Posillipo è un posto meraviglioso, ma per molti aspetti abbandonato».

Salendo da via Pascoli, per arrivare in via Petrarca bisogna percorrere un piccolo tratto di via Manzoni. Il marciapiede è bombardato, la strada è divorata dalle radici degli alberi abbattuti. Se ci si guarda intorno, si capisce perché sia impossibile qui un bagno di folla per Papa Francesco. E poi c'è via Petrarca. La voragine all'altezza del Serpentone (la seconda in tre mesi) è stata riparata da pochi giorni. Ma restano l'asfalto groviera, le potature risicate, la sporcizia diffusa e la fastidiosa sensazione di un eden nel degrado. A pochi metri dal complesso dei Gesuiti, c'è la balaustra del belvedere crollata e protetta da una transenna. Il Golfo, stupendo, che sbuca dalle rovine. Per finire: nel complesso della Facoltà Teologica di cui sarà ospite il Papa, c'è un grande cantiere con i «ponteggi in allestimento». La facciata degli edifici, sia della chiesa sia del seminario, è decrepita in più punti. Il giardino davanti ai citofoni è ancora incolto. Al citofono non si riesce a parlare con un responsabile. State lavorando intensamente? «Sì, ma il responsabile non c'è», risponde una donna. Inutile lasciare il numero di telefono: nessuno richiama. La visita del Papa argentino è senza dubbio una grande occasione per rilanciare Posillipo, il paradiso sgangherato, e un'immensa gioia per i Gesuiti di Napoli: i loro preparativi di certo fervono. E servono.
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