«Papà morto da solo al San Leonardo dopo tre giorni nel pronto soccorso»

«Papà morto da solo al San Leonardo dopo tre giorni nel pronto soccorso»
Sabato 6 Agosto 2022, 08:37 - Ultimo agg. 7 Agosto, 09:05
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«È stato 48 ore nel Pronto Soccorso dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Una stanza piccola, con tanti lettini e malati. Avrebbe dovuto essere trasferito in reparto per curare un epatopatia ma nonostante le nostre ripetute richieste è rimasto lì, perché posti non ce n'erano. Anziano e non autosufficiente, nostro padre Angelo è morto da solo, non ci hanno permesso di vederlo». È lo sfogo di Raffaele Di Palma, giornalista di Vico Equense, e dei suoi fratelli all'indomani della morte del papà, che si è spento al San Leonardo senza avere la possibilità di salutare i suoi cari e senza che questi ultimi potessero avere coscienza di quanto stava succedendo. «Nostro padre - continua Raffaele - aveva bisogno di assistenza continua, lo abbiamo fatto più volte presente, anche con la documentazione. Ma vederlo e prendersene cura, come volevamo fare noi e nostra mamma, è stato quasi impossibile». Il giornalista e i suoi fratelli precisano: «Non vogliamo attaccare nessuno, soltanto un sistema che lascia pazienti per giorni e giorni nelle stanze del Pronto Soccorso, in condizioni difficili e non consone alla degenza e alle cure necessarie». 

«La sera prima della morte abbiamo accompagnato mia madre per fargli visitare il marito.

Ci hanno fermato, detto che non si poteva entrare e che mio padre era tranquillo. Abbiamo insistito con educazione e rispetto per il lavoro altrui ma niente da fare. Di notte la telefonata che era deceduto improvvisamente. Era cardiopatico, sapevamo dei suoi problemi - continuano i fratelli Di Palma - e, fermo restando la possibilità di richiedere la cartella clinica, che è un nostro diritto, segnaliamo, a nostro avviso, la poca umanità, la poca empatia e il poco rispetto di una persona anziana che aveva bisogno di essere accudita H24 e che invece è stata lasciata sola, senza l'affetto dei suoi cari, negli ultimi giorni di vita. Le norme non prevedono le visite nei Pronto Soccorso, ma neanche che una persona che ha bisogno urgente di cure specialistiche stazioni in un Pronto Soccorso per giorni. Inoltre, ci sono eccezioni che il personale sanitario deve valutare, come nel caso di persone dichiarate invalide, titolari di accompagno».

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Raffaele insiste: «Nostro padre non avrebbe dovuto essere lì, ma in un reparto dove poter ricevere le cure specialistiche necessarie e le visite quotidiane dei familiari. Una situazione che sappiamo essere comune a tanti ma che resta intollerabile per una società che dovrebbe avere grande rispetto per gli anziani, per chi ha lavorato una vita intera pagando tasse per garantirsi anche cure sanitarie dignitose che spesso non sono adeguate». 

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