Il rap del parcheggiatore abusivo: «Caro Borrelli, a lavorare vacci tu»

A sinistra Francesco Emilio Borrelli, a destra Paolo Maisto
A sinistra Francesco Emilio Borrelli, a destra Paolo Maisto
di Gennaro Morra
Mercoledì 30 Ottobre 2019, 13:28 - Ultimo agg. 13:29
4 Minuti di Lettura

Da qualche anno a Napoli una parte della città ha dichiarato guerra ai parcheggiatori abusivi. E a guidare questa crociata è il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che di questa e altre battaglie per la legalità ha fatto la propria bandiera. Un’attività che gli ha procurato numerose critiche e minacce, fino ad arrivare ad atti intimidatori, come l’incendio del motorino o le aggressioni fisiche, ricevuti sui social network e per strada. A cercare di fermare in questo modo l’azione di denuncia del consigliere, che su Facebook documenta con video e foto le loro attività illegali, sono ovviamente gli stessi soggetti interessati, i loro parenti e amici, ma anche quei cittadini che pensano che non ci sia nulla di male nel chiedere soldi a chi parcheggia la propria auto in una strada pubblica.
 


In questo clima di tensione ormai permanente, l’ultimo scontro si è consumato intorno a un videoclip amatoriale, realizzato e pubblicato da un ex parcheggiatore, che dedica un rap a Borrelli: «La canzone è nata per divertimento, non volevo offendere nessuno – spiega Paolo Maisto – Ci sono tanti rapper che dicono cose molto più pesanti, la mia intenzione era solo fare ironia». Ma c’è un passaggio del testo scritto dallo stesso Maisto, in cui invita il politico a lasciare in pace i parcheggiatori abusivi, che a molti non è piaciuto: «Quando dico “A lavorare vacci tu”, non mi riferisco a chi lavora in generale, persone che hanno tutto il mio rispetto, ma mi rivolgo a Borrelli, che dovrebbe stare nel Consiglio Regionale e occuparsi di problemi più seri».
 
LEGGI ANCHE Sosta selvaggia nel cuore di Napoli: «Libraio costretto fuori»

Maisto, che ha scelto come nome d’arte Presidente Abusivo, ha fatto il parcheggiatore non autorizzato per diversi anni in zona Museo Archeologico ma oggi non esercita più: «Attualmente percepisco il reddito di cittadinanza e spero di trovare un lavoro legale – dice il 44enne, che è sposato e ha due figlie iscritte all’università –. In passato, prima di fare il parcheggiatore, per molto tempo ho fatto il carpentiere, mi pagavano in nero, ma poi ho avuto diversi interventi chirurgici per ernia inguinale e ora non posso più fare grossi sforzi».
 
LEGGI ANCHE Napoli, condannati i ras del racket del parcheggio di via Sedile di Porto

Ma sulla natura ironica della canzone ha seri dubbi lo stesso Francesco Borrelli: «Un parcheggiatore abusivo, con cui ho avuto modo di confrontarmi faccia a faccia qualche tempo fa, ha pubblicato un video sui social in cui si atteggia a rapper e canta una canzone, intimandomi di lasciare stare la categoria. Si è anche proposto durante la trasmissione di Gianni Simioli “La Radiazza” per promuovere il brano – si legge in una nota diffusa dall’esponente dei Verdi – Se smetterà di svolgere attività illecite in ogni caso sarà un successo. Preferisco che i parcheggiatori abusivi facciano i cantanti onesti piuttosto che gli estorsori della sosta». E prosegue: «Se invece è un nuovo modo per tentare di denigrare le mie battaglie allora casca molto male visto che nulla lederà la mia ferma determinazione di stroncare il fenomeno delle estorsioni da parte di questi soggetti».
 
LEGGI ANCHE Napoli, la vergogna di piazza Sannazaro: bivacchi e falò sulle aiuole

Poi anche Borrelli evidenzia il passaggio in cui Maisto sembra rifiutare l’ipotesi di trovare un lavoro legale: «Inoltre c’è da analizzare il fatto che individui del genere hanno una mentalità tanto deviata che credono realmente nelle assurdità che sostengono. Questo signore nel suo testo rap è arrivato ad affermare “a chi mi dice vai a lavorare io rispondo vacci tu”. Una frase che sintetizza perfettamente l’idea di queste persone: vivere sulle spalle del prossimo, disprezzare il lavoro onesto e passare le loro giornate a estorcere denaro in nome di un’indigenza che, nella stragrande maggioranza dei casi, è solo teorica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA