Parco del Vesuvio, l'allarme del Cnr dopo gli incendi: «Rischio idrogeologico»

Parco del Vesuvio, l'allarme del Cnr dopo gli incendi: «Rischio idrogeologico»
Lunedì 31 Luglio 2017, 20:33 - Ultimo agg. 1 Agosto, 12:52
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SOS per le conseguenze degli incendi che nelle settimane scorse hanno devastato il Parco del Vesuvio: «Non solo perdita del patrimonio forestale, una delle conseguenze consiste nell'aumento del rischio idrogeologico per la potenziale invasione di flussi fangoso-detritici nelle aree urbane, a valle dei versanti devastati dal fuoco». A lanciare l'allarme è Silvana Pagliuca, geologa, ricercatrice dell'Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom-Cnr), che ha pubblicato una notizia sul sito del Consiglio nazionale delle ricerche.

«L'immagine tratta da Copernicus - scrive la ricercatrice - evidenzia le aree devastate dagli incendi che erano ancora attivi sul versante settentrionale del Monte Somma e in quello sud occidentale del Vesuvio. Il problema conseguente alla devastazione della vegetazione è rappresentato dall'incremento del rischio idrogeologico per le aree a valle che possono essere interessate da scorrimento di flussi fangoso-detritici se i versanti verranno interessati da nubifragi nei prossimi mesi». Nella parte incendiata del Vesuvio, rileva la geologa, «non è presente una marcata rete idrografica, per cui un eventuale deflusso rapido di acqua, fango e detriti vari potrebbe seguire vie artificiali (per esempio, strade), fino a raggiungere» depressioni morfologiche più marcate in cui avverrebbe la canalizzazione.
 

Le vie di scorrimento interessano aree variamente urbanizzate, dove un flusso fangoso-detritico rapido potrebbe causare devastazioni varie e danni alle persone, soprattutto in seguito a nubifragi intensi e improvvisi. «Insomma una situazione molto pericolosa», avverte Pagliuca. «Questo schema intende evidenziare la generalità del nuovo problema di sicurezza ambientale causato dall'incendio; è evidente che occorre elaborare un dettagliato piano di protezione civile per le aree a valle dei versanti incendiati che possono essere invase dai flussi fangoso-detritici».
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