Hanno avuto paura. Hanno visto i lampeggianti delle forze dell'ordine e hanno capito di essersi messi in un guaio. Hanno visto la scena, come in un film, osservando tutto dalla pista da ballo, grazie alle vetrate della villa privata (che consentivano di osservare dall'interno, senza essere notati). Poi si sono buttati nelle campagne. Come tanti delinquenti. Loro, amici e rampolli di una certa borghesia cittadina, si sono messi a correre nei campi di fango che in genere ospitano bufale, cercando protezione nella nebbia, sapendo di avere i carabinieri alle calcagna. Eccoli gli eroi del sabato notte - si fa per dire -, quelli che hanno sfidato le regole, il buon senso, la decenza, pur di festeggiare il loro amico-manager-organizzatore-cerimoniere-aspirante re della notte di Napoli.
LEGGI ANCHE Da Chiaia alla villa blindata: festa segreta con 100 ospiti
Tutti in fuga appassionatamente, camicie bianche in fuga, qualche ragazza prova lo scatto, ma viene frenata dai tacchi e dalla mise non esattamente da podista. Su cento e passa ospiti, ne hanno beccati poco più di venti, quelli che hanno avuto la dignità di non scappare e di declinare le proprie generalità. Ma l'inchiesta non è finita. Nomi al setaccio dei carabinieri. Parliamo del caso del party organizzato sabato notte, in onore di un imprenditore napoletano con residenza in zona Chiaia, in totale disprezzo delle regole anticovid imposte sia a livello nazionale, che su scala regionale. Inchiesta condotta dai carabinieri del comando provinciale di Napoli (agli ordini del generale Canio Giuseppe La Gala), si scava nella notte proibita di Napoli e provincia. E si scoprono altarini. Come è ormai noto, sabato notte, i carabinieri sono intervenuti a interrompere una festa privata in una contrada di Giugliano.
Giovani donne, ragazze immagine giunte in città per omaggiare l'amico di Napoli. Per gli altri invitati - quelli legati alla cerchia glocal del manager della notte - il sistema di inviti si è articolato per step, tramite whatsapp: prima l'invio dell'invito, poi l'attesa delle credenziali da parte dell'invitato, chiamato a rispondere con nome e con foto, per evitare infiltrati. Un party esclusivo, almeno nelle premesse iniziali. Poi, solo in nottata, l'invio della location, sempre tramite whatsapp. E non è finita. Bodyguard, vigilantes, autisti. Tutti a svolgeere un ruolo, a recitare una parte, nella prima notte di coprifuoco, quando la stragrande maggioranza dei napoletani è alle prese con l'incubo varianti da terza ondata. Ma torniamo alle indagini, proviamo a studiare le mosse degli inquirenti. Ventiquattro ore dopo, c'è la consapevolezza che il regista del party di Giugliano era finito in un controllo di polizia appena poche ore prima. Un giorno prima aveva ospitato nella sua abitazione alcuni amici, come prequel del festone da tenere a Giugliano. Anche in questo caso, sembra retorico ribadirlo, nessuna cura delle regole, a proposito di orari e di assembramenti. Ma torniamo alla storia del party sull'asse Chiaia-Giugliano. Agli atti del fascicolo, ci sono decine di nomi di soggetti che hanno preso parte alla festa. Alcuni hanno pagato oltre duecento euro di multa (sono 22 i sanzionati della prima ora), altri saranno convocati nelle prossime ore. Sono al setaccio mailing list, prenotazioni, finanche nomi forniti al momento dello sbarco a Capodichino per gli ospiti giunti a Napoli da Milano. Un'attività di indagine che punta anche a verificare se ci sono state altre violazioni consumate in questi mesi, quando la Campania è passata nel giro di poche settimane dal giallo all'arancione. Quanti sono stati gli appuntamenti organizzati a dispetto delle regole? Ci sono stati eventi creati con lo stesso metodo blindato? E soprattutto: qual è la cerchia che ruota attorno al superfesteggiato della scorsa notte? Mailing list alla mano, non sfuggono i soliti noti di un certo mondo cittadino. Sono immancabili: c'è qualche calciatore, qualche procuratore sportivo, per arrivare ad un paio di volti patinati da offrire al popolo della notte e alla caccia al selfie perfetto. Cronaca di un andazzo fin troppo conosciuto, su cui ora la parola passa agli inquirenti. Nei confronti del regista dell'evento di sabato notte potrebbe infatti scattare una aggravante speficifica, quella di aver reiterato la condotta nel giro di poche ore. Due eventi proibiti, due segnalazioni, che potrebbero dare la stura anche a rilievi di natura strettamente penale. Il tutto al netto di quanto verrà fuori da altri incastri investigativi: a partire dal racconto degli ospiti che verranno contattati nei prossimi giorni dagli inquirenti, a proposito del giro di eventi esclusivi a dispetto del lockdown napoletano.