Pasqua a Napoli, il bilancio è nero: chiuso un hotel su due, 80mila turisti in meno

Pasqua a Napoli, il bilancio è nero: chiuso un hotel su due, 80mila turisti in meno
di Valerio Iuliano
Domenica 4 Aprile 2021, 12:00 - Ultimo agg. 5 Aprile, 12:24
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Le camere vuote negli alberghi aperti solo per onor di firma. A Napoli oggi si rivedranno le stesse scene di un anno fa. Per gli operatori turistici la seconda Pasqua consecutiva senza prenotazioni è un risultato atteso già da molte settimane, almeno da quando lo scoppio della terza ondata della pandemia e la nuova zona rossa hanno cancellato tutte le velleità di rinascita. Rispetto allo scorso anno ci sono, però, differenze sostanziali e la crisi ha aperto prospettive inquietanti. I magrissimi incassi della Pasqua 2020 scaturivano da un'improvvisa calamità che, nemmeno secondo le più fosche previsioni dell'epoca, avrebbe potuto far sentire ancora tutti i suoi effetti, a 12 mesi di distanza. La timida ripresa estiva aveva lasciato sperare in un progressivo ritorno a livelli decenti, già da questa primavera. Ma la realtà è ben diversa. Quella odierna è una vera e propria disfatta, giunta al termine di una stagione disastrosa. 

 

A Napoli, secondo il Codacons, che ha realizzato un'indagine sul calo di visitatori nelle grandi città, nelle feste di Pasqua ci saranno 80mila turisti in meno rispetto al 2019, con una diminuzione degli incassi stimata in 15 milioni di euro. Quelli del Codacons sono forse dati sottostimati. Il crollo delle presenze in città - pressoché azzerate quest'anno - è molto più significativo numericamente, ma da queste cifre è possibile partire per una prima valutazione dell'impatto delle misure anti-Covid sul primo break primaverile e, soprattutto, sulla passata stagione. Nel 2020 il settore alberghiero a Napoli ha fatto registrare perdite di fatturato per oltre 240 milioni di euro. Un crollo che rispecchia i dati relativi al tasso di occupazione delle camere, che nel 2019 era pari all'80%, con picchi dell'85% durante le festività, e un anno dopo - per effetto della pandemia - è diminuito al 15%. Dopo la parentesi estiva che ha rappresentato una boccata di ossigeno, il 50% delle strutture alberghiere ha chiuso i battenti. «Nei primi tre mesi del 2021 - sottolinea la capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Annarita Patriarca, che ha elaborato un report sulla base dei numeri delle associazioni di categoria - siamo a una percentuale drammatica vicina allo zero.

Bisogna interrogarsi sulle misure da mettere in campo anche nel nostro territorio, e coinvolgere tutti i player istituzionali ed economici per trovare una soluzione condivisa e per far ripartire in sicurezza il turismo nostrano. Nella nostra regione il settore turistico produce un Pil del 15%, segmento fondamentale per lo sviluppo della Campania. Attualmente, il quadro è desolante, a partire da quanto si registra nel capoluogo partenopeo».

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Le campagne vaccinali nelle isole del Golfo rappresentano una prima risposta ai problemi del comparto turistico in quelle zone. Per gli operatori del settore occorrerà trovare soluzioni analoghe per Napoli. Secondo Confturismo, il 40% delle imprese del comparto è a rischio. Un dato riferito a tutta l'Italia, ma che sembra attendibile anche per le aziende partenopee. «Accelerare con la campagna vaccinale, su tutto il territorio, è una priorità assoluta per la salute e per l'economia» spiega il presidente di Federalberghi Napoli Antonio Izzo. «Solo così si potrà parlare di programmazione, di vacanze, di estate e del turismo del prossimo anno. Trovarci a Pasqua nelle stesse condizioni del 2020 - prosegue Izzo - vuol dire aver fatto molti errori nella gestione e nella valutazione del pericolo. È la seconda Pasqua che trascorriamo con le camere deserte, e Pasqua è l'inizio del periodo migliore per il turismo in città». Il ritardo dell'Italia sul fronte della programmazione, rispetto ad altri Paesi, rischia di ripercuotersi soprattutto su Napoli, dove le difficoltà del momento si aggiungono alle tradizionali carenze strutturali. «Abbiamo perso milioni di euro, ma ora rischiamo di perdere anche quote di mercato per il futuro, per mancanza di organizzazione. In Spagna o Grecia - riprende il leader degli albergatori - stanno già raccogliendo migliaia di prenotazioni. Si tratta di turisti che sarebbero potuti venire in Italia. Ovviamente dobbiamo prima di tutto tutelare la salute e gli alberghi di Napoli si sono attrezzati per offrire la massima sicurezza. Il passaporto vaccinale potrebbe essere una soluzione». L'auspicio di molti operatori è che possano convergere presto verso Napoli i turisti di Stati Uniti e Gran Bretagna, i primi Paesi che usciranno dall'emergenza sanitaria.

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