Patto Educativo, l'arcivescovo di Napoli Battaglia: «I giovani non possono più aspettare»

Patto Educativo, l'arcivescovo di Napoli Battaglia: «I giovani non possono più aspettare»
di Alessandra Martino
Lunedì 20 Dicembre 2021, 21:29 - Ultimo agg. 21:40
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In napoletano educazione si dice crescere, “cresciamo le creature”, il senso della parola crescere sta nel mettere al mondo un bambino con valori e principi che sono alla base della sua educazione e questo può avvenire solo tramite le parole, la consapevolezza, i gesti. Purtroppo però nell’ultimo periodo questo non è più così semplice.

La Campania è una delle regioni con il tasso più alto di dispersione scolastica. Un dato ancora più allarmante alla luce delle difficoltà della scuola durante la pandemia.

Proprio per questo, l'arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia urge la necessità di un Patto Educativo per l’area metropolitana di Napoli, è stato accolto con attenzione e favore tanto che si è avuta l’adesione di numerose istituzioni, realtà ecclesiali, enti del terzo settore e del volontariato, del mondo della scuola e della società civile. 

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«Vi ringrazio per essere qui e per aver ascoltato il mio appello.  Sotto la croce della nostra città dobbiamo più che mai quest'oggi, insieme e senza distinzione di fede, politica, ruolo sociale ed istituzionale, stare in piedi, evitando di sdraiarci supini in attesa che qualcosa cambi da sola e di sederci, rassegnati e assuefatti a veder morire Napoli». ha così dato il benvenuto, il arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia, al primo incontro.

«Napoli è una città complessa e le cause dei suoi mali sono da ricercarsi in diverse situazioni, dinamiche, omissioni.

Dobbiamo ricordare che il presente e il futuro della nostra città - ha aggiunto monsignor Mimmo Battaglia - dipende dall'impegno di tutti, dalla capacità che avremo di passare da un freddo individualismo ad un senso rinnovato e caloroso di comunità, dal desiderio fattivo di trasformare tanti piccoli “io" impauriti e distratti nella forza di un grande 'noi', la cui carica profetica può essere segno e strumento di una possibile resurrezione della nostra terra. Il tempo storico che viviamo, ricco di opportunità e rischi, nella sua complessità ci chiede di concretizzare al più presto il Patto educativo per la città. Non è più il tempo delle promesse sterili, delle firme facili, degli slogan e degli eventi fini a se stessi. I bambini, i ragazzi e i giovani di Napoli non possono più aspettare». 

«È estremamente importante che l’arcivescovo di Napoli si esponga a questo livello perché abbiamo una carenza educativa. Bisogna rilanciare con forza il Patto educativo, -ha detto Padre Alessandro Zanotelli-, e avere una seria educazione altrimenti rischiamo di avere una generazione che renderà la nostra città invivibile».

Tante le autorità di governo cittadino che hanno partecipato questo pomeriggio in Cattedrale, per il primo incontro del “Patto educativo nella città metropolitana di Napoli accolto con attenzione e favore. C’è stata l’adesione di numerose istituzioni, realtà ecclesiali, enti del terzo settore e del volontariato, del mondo della scuola e della società civile. Positiva è stata la risposta del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, del sindaco, Gaetano Manfredi, e del prefetto, Claudio Palomba.

Spesso, anzi, quasi sempre la dispersione scolastica è dovuta anche a delle realtà famigliari che vivono una condizione di disagio economico e un basso livello di istruzione. «Bisogna mettere in campo dei percorsi comuni, mettendo al centro il ragazzo e anche la sua famiglia perché solo in questo modo garantiremo ai ragazzi di poter frequentare la scuola», ha spiegato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. «Napoli è un laboratorio naturale, quindi noi ci aspettiamo un impegno del Governo che consenta a Napoli, soprattutto nelle sue aree con maggiore disagio di poter avere una risposta».

«Non solo la camorra sta uccidendo Napoli ma anche l’indifferenza. Non possiamo pensare che le singole istituzioni possono salvare la città ma solo insieme possiamo provare a risolvere i problemi della città. Basta barriere tra le periferie della città, Napoli senza Barra non sarebbe la stessa. – ha spiegato il Senatore Sandro Ruotolo-. “Bisogna eliminare gli insediamenti delle case popolari dalle famiglie criminali che occupano illegalmente e che poi spacciano sotto casa, costruiamo campi da calcio, scuole che permettono di avere un futuro migliore a queste nuove generazioni».

Per questo, ha proseguito l'arcivescovo, «non possiamo stare a guardare dalla finestra: ognuno si senta interpellato dal grido della città, ognuno dia il proprio contributo alla vita della comunità, ognuno sia per le nuove generazioni un segno di resurrezione, camminando insieme al fiume di vita e di speranza che non ha mai smesso di attraversare Napoli e la cui pacifica esondazione potrebbe lavare il sangue versato e fecondare nuove primavere sociali. E questo il tempo. Nel bel mezzo di questo inverno lasciamo fiorire la speranza e con il nostro impegno affrettiamo la primavera». 

Per anni abbiamo sottovalutato il ruolo della scuola, della chiesa, dei ragazzi, gli insegnanti, le famiglie. Ma forse è giunto il momento di cambiare qualcosa.

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