«Peers Say No», il progetto di Adiconsum per la legalità parte da Grumo Nevano

«Peers Say No», il progetto di Adiconsum per la legalità parte da Grumo Nevano
Sabato 16 Novembre 2019, 11:56
2 Minuti di Lettura
Educare all'importanza della proprietà intellettuale, ai danni della contraffazione e della pirateria informatica e al valore della legalità. Sono questi gli obiettivi di «Peers Say No», il progetto di Adiconsum (Associazione Difesa Consumatori e Ambiente) dedicato ai giovanissimi che, attraverso un ciclo di lezioni organizzate presso scuole primarie e secondarie, mira ad informare e rendere consapevoli i ragazzi tra gli otto e i dodici anni sull'importanza che la proprietà intellettuale ha per la sicurezza nella vita quotidiana, per la ricerca, per il progresso tecnologico, per la produzione culturale. Una tutela che, quando manca, porta a pericoli seri come la chiusura di aziende e alla perdita di posti di lavoro.

Il progetto, cofinanziato da Euipo, l'Ufficio dell'Unione Europea che si occupa di proprietà intellettuale, è la prosecuzione naturale dell'iniziativa di Adiconsum dello scorso anno, e prenderà il via il prossimo 18 novembre nell'Istituto comprensivo di Grumo Nevano nel napoletano, per poi fare tappa a Roma e Milano nelle prossime settimane. «Peers Say No» prevede lezioni educative per i ragazzi, incontri, attività di laboratorio nonché formazione di base e strumenti di approfondimento per gli insegnanti, attraverso suggerimenti per l'inserimento dell'educazione alla tutela della proprietà intellettuale nella didattica curricolare.

Il progetto nasce dalla consapevolezza che educare alla legalità è un'azione importantissima in una società in cui i numeri del mercato della pirateria e della contraffazione sono in continua crescita. La produzione illegale opera in concorrenza sleale ed erode profitti e ricavi alle imprese, danneggiandole in alcuni casi notevolmente. È il caso dell'industria culturale, del design e dell'intrattenimento, che vede interi settori perdere sostenibilità economica di giorno in giorno, fino al limite estremo del rischio di chiusura per le imprese e del crollo della produzione creativa.

Secondo un'indagine Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) e Ipsos di luglio 2019, la sola pirateria audiovisiva nel 2018 ha sottratto quasi 1,1 miliardi di euro all'economia italiana e oltre 600 milioni di euro di fatturato all'industria audiovisiva, «bruciando» 6.000 posti di lavoro. La merce contraffatta, inoltre, è prodotta nella totale illegalità: evasione fiscale, lavoro nero e lavoro minorile, uso di materie prime vietate o frutto di ricettazione, contrabbando, riciclaggio, danno ambientale, violazione delle leggi sulla salute e sicurezza dei consumatori e frode commerciale. L'industria del falso e della pirateria è in mano alla criminalità organizzata e recenti indagini giudiziarie hanno evidenziato collegamenti con il terrorismo internazionale e il traffico di stupefacenti. Chi acquista prodotti contraffatti consapevolmente deve sapere che contribuisce allo sviluppo del crimine organizzato, divenendone complice.
© RIPRODUZIONE RISERVATA