Madri, padri, nonni. Bambini piccolissimi, uno dei quali morto per polmonite appena pochi mesi fa. Tra muffa, rifiuti, muri scrostati e finestre sfondate occupano da dieci anni una scuola materna dismessa all'ingresso della Gescal. Sei famiglie che ieri sono state denunciate dai carabinieri nel corso di un sopralluogo effettuato in seguito a un'ordinanza di sgombero firmata dal dirigente dell'ufficio tecnico di Nola, Rosa Pascarella. Il solito, triste episodio di degrado. Il copione recitato da chi infrange la legge, occupa abusivamente un ricovero di fortuna perchè non ha un posto dove andare.
A prima vista potrebbe sembrare così, se non fosse che stanno emergendo altre, inquietanti verità.
«Qui - ragiona il sindaco Carlo Buonauro - si tratta di ripristinare in maniera ragionevole un principio di legalità che significa prima di tutto legalità di procedure. I più deboli vanno aiutati, ma non così. Alimentare una condizione di precarietà non significa affatto dare una mano alle persone ma solo girarsi dall'altra parte senza mai risolvere il problema». E il nodo, infatti, in queste ore resta proprio quello di trovare una soluzione per 35 persone, 23 delle quali minori. Essendo occupanti abusivi per loro la via d'uscita potrebbe essere quella di scegliere di entrare a far parte di un percorso di recupero e di reinserimento anche lavorativo. Ed è proprio la fattibilità di una idea del genere che, con il contributo del dirigente alle politiche sociali Giuseppe Bonino, si sta verificando. Ogni risvolto resta però legato anche allo status dei cittadini denunciati oltre che alla volontà di ognuno loro di cambiare vita e cambiare passo.
Nel corso del sopralluogo effettuato ieri, i carabinieri della compagnia di Nola ed i militari del Reggimento Campania hanno effettuato anche una serie di perquisizioni. Le 12 persone denunciate hanno tra i 30 ed i 47 anni e intanto sono state denunciate per invasione di terreni o edifici ma dovranno rispondere anche di furto. Le forze dell'ordine hanno infatti appurato che gli occupanti dell'ex scuola si erano allacciati alla rete elettrica e idrica pubblica per un danno di diverse migliaia di euro. Il tutto mentre procedono gli accertamenti anche su un altro fronte: i carabinieri stanno, infatti, verificando se tra i 12 denunciati ci siano anche percettori del reddito di cittadinanza, sussidio a questo punto in contrasto con una residenza anagrafica bluff.