Vino, champagne e cocaina: la dolce vita del narcos del clan

Vino, champagne e cocaina: la dolce vita del narcos del clan
di Dario Sautto
Lunedì 18 Dicembre 2017, 09:37 - Ultimo agg. 15:38
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TRECASE - Aveva l'aspetto da distinto uomo d'affari. Era vestito di tutto punto, con eleganti abiti firmati, orologio da migliaia di euro e scarpe griffate. Trasportava bottiglie di costosi vini stranieri e champagne e, durante il controllo dei carabinieri, ha raccontato senza mostrare il benché minimo tentennamento che era di ritorno da un lungo viaggio di lavoro all'estero. Ma i suoi precedenti l'hanno tradito. Dietro quell'aspetto distinto e quella cadenza impeccabile, infatti, si nascondeva un narcotrafficante del Vesuviano, che stava importando cocaina dalla Colombia tramite lo snodo olandese.
 

Emilio Nappi, 61 anni, pregiudicato di Trecase, è stato arrestato ieri appena uscito dall'autostrada, con l'accusa di traffico di droga. Nappi era diretto al centro di Napoli, dove probabilmente aveva appuntamento con chi gli aveva ordinato il grosso carico. Infatti, nella sua Ford Focus trasportava otto chili di cocaina purissima, suddivisa in panetti e nascosta da un complesso meccanismo elettronico, mai visto prima d'ora. I carabinieri del nucleo investigativo di Napoli, però, avevano notato la sua brusca manovra e hanno deciso di fermarlo per un controllo. Nappi, con sicurezza, ha mostrato la merce che trasportava per «passione», ovvero diverse bottiglie di vini pregiati, alcune di champagne francesi e spumanti stranieri. Le aveva poggiate sotto i sedili anteriori, dettaglio che ha subito insospettito i carabinieri. Era proprio lì, celate dai classici tappetini, che si nascondevano due botole, praticamente impossibili da aprire. Il suono del «vuoto» ha spinto i carabinieri a sfondare una delle botole, scoprendo la prima metà della cocaina e, soprattutto, il complesso meccanismo che permetteva di nasconderla.
 
Così il racconto del finto uomo d'affari in realtà un nullafacente con precedenti per droga ha cominciato a diventare poco credibile. In effetti, Nappi era di ritorno dall'Olanda e spesso faceva la spola dal nord Europa, parla fluentemente tre lingue, ma gli «affari» trattati erano altri. Il suo aspetto da manager gli serviva per evitare i controlli, che stavolta l'hanno incastrato. Vistosi scoperto, ha spiegato come poter aprire senza danneggiare la seconda botola. Ed era un vero e proprio rompicapo. Motore spento, quadro acceso, fari azionati, retromarcia inserita e poi un tocco ad una leva nascosta sotto al cruscotto lato passeggero: solo con questa combinazione, e non in altri modi, il telecomando per aprire l'auto dava la possibilità di sbloccare elettronicamente le due botole. In totale, trasportava otto chili di cocaina in panetti, dal valore base di 400mila euro: ma la polvere bianca opportunamente tagliata permetteva di ricavare oltre 32mila dosi, per un incasso al dettaglio che supera il milione di euro. In tasca, tra l'altro, Nappi aveva 20mila euro in contanti, in banconote di vario taglio.

Prima di tornare a casa a Trecase, stava facendo tappa a Napoli. Secondo gli investigatori, il 61enne non è legato a nessun clan di camorra, ma sarebbe un battitore libero, un narcotrafficante che ha a che fare direttamente con i cartelli criminali e che importerebbe cocaina da «libero professionista», per contrattare il prezzo con i gestori delle piazze di spaccio.

Il «prodotto» importato è ritenuto di alta qualità e il marchio «43» è la firma del potente cartello colombiano di Medellin. La rotta sud America-Paesi Bassi, con destinazione Napoli e mediatore di Trecase continua ad essere una «garanzia» per il traffico di droga. Dal paesino all'ombra del Vesuvio, meno di 9mila abitanti, qualche anno fa era partito anche Pasquale Fiorente, detto «'o nano», divenuto noto alle cronache nazionali per l'inchiesta sulla «dama bianca». Fu lui a scegliere Federica Gagliardi che faceva parte della delegazione del premier Silvio Berlusconi al G8 del 2010 a Toronto come corriere della droga: la donna nel 2013 fu arrestata in aeroporto con 24 chili di cocaina e condannata a tre anni. Fiorente, invece, da un anno è detenuto in carcere in Cile, dopo una lunga latitanza. A inizio gennaio affronterà il processo nel Paese sudamericano e, solo in seguito, le autorità italiane potranno chiedere l'eventuale estradizione: in Italia deve scontare una condanna a 20 anni.
 
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