Era l'anno 2000 quando fu dato l'annuncio della costruzione di un polo sanitario avveniristico, all'avanguardia, un fiore all'occhiello del quartiere: il Poliambulatorio di Pianura. Sette milioni di euro, queste le cifre che le cronache di allora ci riportano, con l'inaugurazione prevista per il 2007. Ora è uno scheletro abbandonato in Via Grottole, un mostro che fa capolino tra le abitazione e la Casa della Cultura. Una gru come souvenir di un'opera pubblica mai completata che veglia sui resti di quella che doveva rappresentare un presidio sanitario della Asl Napoli 1 ma ora, relegato a discarica abusiva.
Lastre di metallo, numerosi sacchi di immondizia ordinatamente riposti in fila, vasche da bagno, sanitari che albergano nel parcheggio ai piedi del mostro abbandonato. Nel 2002 iniziano i lavori ma dopo un anno, un contenzioso, mai chiarito tra la ditta appaltatrice ed il Comune di Napoli, li blocca lasciando uno scheletro pericoloso per la salute pubblica vista la presenza costante di rifiuti speciali come materiali di risulta edili.
Lo scheletro giace inerme tra l'indifferenza istituzionale e l'incredulità dei residenti che prendono atto di un frammento, di uno scarto amministrativo trasformato in una discarica abusiva alla luce del sole. Un progetto arenato, pensato per dare un segnale ad un quartiere che ha la più alta incidenza di cittadini morti per tumore e che invece abbraccia uno sversamento illegale di immondizia a qualsasi ora del giorno e della notte. Nessun controllo, nessuna telecamera, un eterno cantiere dismesso al centro del quartiere Pianura. Ora una discarica abusiva che non fa più rumore.