Pianura, la sfida del parroco anti-clan: «Smaschero i pusher con il megafono»

Pianura, la sfida del parroco anti-clan: «Smaschero i pusher con il megafono»
di Luigi Sabino
Martedì 12 Luglio 2022, 08:39
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«Liberiamo Pianura dalle piazze di spaccio, da coloro che assoggettano i territori, queste organizzazioni di male, la camorra che ruba la speranza, che uccide, che ammazza, che non ha rispetto per la vita, che non la valorizza, difendiamo questa terra, amiamo questa terra che appartiene a tutti, in nome di questo Dio che è padre di tutti. Denunciate, segnalate. L'omertà è un tumore sociale». Sono state queste le parole che don Antonio Coluccia ha rivolto agli abitanti del quartiere flegreo nel corso di un'improvvisata manifestazione contro la violenza della criminalità organizzata. Il parroco, finito sotto scorta per le sue battaglie contro boss e spacciatori, armato di megafono, si è recato in via Artemisia Gentileschi dove è attiva una delle principali piazze di spaccio dell'area e, da qui, ha esortato la popolazione a reagire e, soprattutto, a denunciare.

Esortazioni, riprese e postate sul web, sono state immediatamente riprese dal consigliere ragionale Francesco Emilio Borrelli. «Pieno sostegno a Don Coluccia - ha scritto sul suo profilo social - e a tutti coloro che non abbassano la testa. Quello della camorra è uno scenario a cui ci si abitua solo se si decide di mettere la testa sotto la sabbia. Venerdì saremo nuovamente in piazza a fianco dei cittadini di Pianura per manifestare contro la camorra e le criminalità che stanno dilaniando il quartiere. Saremo qui per gridare assieme ai cittadini la nostra rabbia. Ma la rabbia dovrà restare sempre viva, una fiamma che non dovrà mai spegnersi, dovrà essere il fuoco con cui bruciare una vergogna che ci perseguita da decenni. Le nostre grida non dovranno mai fermarsi perché la morte di Andrea (Covelli) non è il problema, non è la causa ma la conseguenza di un fenomeno che fa notizia solo quando si spara. La camorra è viva e vegeta, e anche di più, quando è silente, perché è allora che prospera e fa affari d'oro».

Ed è proprio sulla manifestazione di venerdì prossimo che adesso si concentra l'attenzione. Il quartiere, nonostante il susseguirsi di episodi di violenza, fino a questo momento ha avuto una timida reazione, forse per timore di rappresaglie da parte della criminalità.

Nel frattempo, però, un nuovo e inquietante episodio ha attirato l'attenzione delle forze dell'ordine. Nelle scorse ore, attraverso un profilo social, è stato postato un vero e proprio ultimatum agli investigatori. Una settimana di tempo, questo il termine concesso, per arrivare all'arresto degli esecutori materiali dell'omicidio di Andrea Covelli. Allo scadere del termine, recita il testo, «scateneremo contro di loro l'inferno».

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Il messaggio, rimosso poco dopo, non si esclude che possa essere stato inviato da soggetti vicini al gruppo criminale dei Carillo-Perfetto, sodalizio in guerra con gli Esposito-Marsicano per il controllo di Pianura. Un testo, acquisito dagli uomini della Squadra Mobile, ritenuto di rilevante interesse investigativo non solo perché, al suo interno, si svela l'identità dei presunti assassini di Andrea, tre giovani affiliati agli Esposito-Marsicano ma, soprattutto, per alcuni particolari sulle modalità dell'omicidio. Il 27enne, si legge, sarebbe stato, infatti, portato nelle campagne di Soccavo e, prima di essere ucciso, brutalmente picchiato con pugni, calci e finanche il calcio di una pistola. Quindi l'esecuzione con tre colpi al volto. Il corpo, infine, trasportato in via Pigniatiello e seppellito sotto erba e terriccio dove, poi, con una telefonata anonima è stato ritrovato dalle forze dell'ordine.

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