Piazza Mercato a Napoli, seicento firme per fermare il degrado: «Aiutateci»

Piazza Mercato a Napoli, seicento firme per fermare il degrado: «Aiutateci»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 10 Giugno 2019, 08:50
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Si mobilita piazza Mercato: poesie affisse alle transenne, disegni sulle saracinesche tristemente abbassate e «raccolta firme per sbloccare i cantieri Unesco fermi da 7 mesi». L'indignazione c'è - causa il danno sempre più grave di una piazza sventrata e coi lavori al palo, causa il degrado di un luogo della storia abitato da basoli accatastati, topi e immondizia - ma il fronte della mobilitazione non è unito. Sono ben tre, infatti, le diverse manifestazioni organizzate ieri, le divisioni hanno avuto la meglio. Due di queste sono raccolte firme, l'altra un reading di versi organizzato dalle associazioni «Poesie Metropolitane» e «Na Cosa». Circa 600 le firme raccolte a pochi metri dalle fogne aperte. In attesa della (lenta) riqualificazione, «sono pronti 3 milioni per il lotto 3 e per i costi aggiuntivi della variante da apportare al progetto di piazza Mercato, grazie all'amministrazione che ha recuperato fondi da Città Metropolitana - annuncia il presidente della II Municipalità Francesco Chirico - Ma i tempi di attesa si sono allungati troppo e la situazione è inaccettabile».

 

POESIE E PROTESTE
Versi appesi alle transenne del cantiere-immondezzaio. Letture collettive. Disegni artistici sulle troppe saracinesche abbassate di piazza Mercato, dove il sogno dell'Unesco è diventato una trappola negli ultimi mesi: «Il senso di questa manifestazione - spiega Rosa Mancini, organizzatrice di «Segni in versi» - è utilizzare l'arte per portare questo luogo al centro dell'attenzione. L'arte come protesta, perché questi cantieri hanno portato degrado. La burocrazia toglie bellezza a piazza Mercato. Stiamo leggendo poesie vincitrici di un contest nazionale». «Se, come spiegato dall'assessore, la risistemazione delle fogne - spiega Claudio Pellone, presidente del Centro Commerciale Naturale Antiche Botteghe Tessili - è il nodo centrale del blocco dei cantieri, emerge una perplessità sul piano esecutivo originale, che evidentemente era fallace. Quando si va a bando il progetto dovrebbe essere perfetto. La variazione ai sottoservizi non è di lieve entità. La situazione non è facile».

LE RACCOLTE FIRME
Due gazebo ad accogliere i cittadini indignati. Uno al Carmine, con Ciro Cinquegrana, consigliere della II Municipalità: «Sono stati detti fiumi di parole, ma il cantiere sta così da un anno e mezzo - spiega - È incustodito, con le fogne aperte, ed è un problema economico e igienico sanitario. Abbiamo raccolto 400 firme in una mattinata. Il problema riguarda dei sottoservizi che non erano censiti. Ma il dirigente Unesco D'Angelo è piuttosto evasivo nelle risposte: in parlamentino ci disse che i lavori sarebbero iniziati entro dieci giorni, ma da allora sono passati 3 mesi. Anche il campanile del Carmine è ancora bardato». All'altro gazebo si trova Giuseppe Brandolini, segretario dell'associazione Promozione Sociale piazza del Carmine: «La nostra è una iniziativa diversa - dice - Abbiamo raggiunto quasi 200 firme, ma faremo altre manifestazioni. Bisogna sbloccare i cantieri». Non distante da Brandolini c'è un cittadino, Rosario Astuto: «Mia figlia Conny soffre d'asma - racconta - e abito di fronte ai basoli sollevati. Lei sta male da sette mesi tutti i giorni, a causa della polvere del cantiere». «Nel corso dei lavori - aggiunge Chirico - la direzione tecnica comunale si è trovata di fronte ad un sistema fognario al collasso e che ha necessitato di interventi costosi e non prevedibili, ecco perché sono stati fermati i lavori: per rimodulare il progetto. Il Comune ha superato la problematica economica recuperando 3 milioni dalla Città Metropolitana. Cumuli di macerie, sversamenti abusivi, polvere e topi. Serve una task force che permetta la ripresa dei lavori in pochi giorni». Il restyling, bloccato dalla burocrazia, qui in piazza Mercato sta diventando per molti un rimorso.

 
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