«Piazza Mercato, commercio morto:
il 75% dei negozi è abbandonato»

Negozio sfitto nei pressi di piazza Mercato
Negozio sfitto nei pressi di piazza Mercato
di Antonio Folle
Domenica 8 Settembre 2019, 13:10 - Ultimo agg. 13:11
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L'area di piazza Mercato è da sempre, nell'immaginario collettivo napoletano, il vero centro commerciale all'aperto della città. In questa zona della città per secoli sono passate merci di ogni tipo ed è proprio in questa zona che il commercio ha fatto da motore trainante per l'economia di migliaia di napoletani di ogni epoca. Da qualche decennio, però, in quello che è stato ribattezzato "Decumano del Mare" si assiste ad una vera e propria desertificazione dal punto di vista commerciale e urbano. Secondo le stime del Consorzio Antiche Botteghe Tessili su 400 immobili che affacciano direttamente in strada - dalla stima sono quindi escluse le attività ai primi piani - circa il 75% è attualmente sfitto e abbandonato. Un numero enorme che farebbe gridare allo scandalo ovunque, ma non a Napoli dove la smaterializzazione di un antico pezzo di storia sembra passare sotto silenzio.
 


L'apertura del polo industriale di Nola - il CIS - e una mancata visione d'insieme sugli interventi urbanistici da effettuare per rivalutare piazza Mercato hanno decretato la morte di un quartiere ormai privo di qualsiasi identità. La situazione è chiaramente percepibile nei vicoli e nei vicoletti dove, in quei negozi che un tempo ospitavano artigiani e commercianti e che generavano una immensa ricchezza economica, oggi al massimo si possono trovare garage abusivi per scooter.

Arrivare in zona è difficile, in alcuni momenti della giornata addirittura impossibile. Mancano i parcheggi, il traffico è paralizzato per buona parte della giornata e il degrado degli antichi monumenti è sotto gli occhi di tutti. La restituzione alla città dell'antico campanile del Carmine, liberato dalla impalcature dopo tre anni, e il riavvio dei lavori per la riqualificazione di piazza Mercato potrebbero, è la speranza di tutti, dare un nuovo impulso alla zona anche dal punto di vista turistico. 

Migliore la situazione nel vicino borgo Orefici dove gli artigiani ancora riescono a resistere alla crisi, al degrado e alla voglia di trasferirsi nel centro orafo Tarì di Marcianise. Ma anche in questa altrettanto storica zona della città si sente forte l'esigenza di un rilancio a 365 gradi che preveda la creazione di poli d'attrazione per i tanti turisti che oggi sono dirottati quasi esclusivamente nei due Decumani del centro storico. 

«Stiamo vivendo una situazione molto difficile sia dal punto di vista commerciale che dal punto di vista urbanistico - spiega Claudio Pellone, presidente del Consorzio Antiche Botteghe Tessili - perchè la maggior parte delle attività commerciali sono sfitte e contribuiscono a generare degrado. Purtroppo negli scorsi anni molti hanno fatto la scelta di trasferirsi fuori città, quelli che sono rimasti si trovano alle prese con proprietari di immobili che in molti casi non si rendono conto delle mutate esigenze di nostri tempi e continuano a pretendere fitti troppo alti per una zona che non offre più le attrattive di un tempo. Eppure - continua Pellone - le potenzialità con il commercio e l'artigianato ci sono tutte. Si potrebbero affittare a prezzi bassi questi immobili a giovani artigiani che vorrebbero venire qui e potrebbero offrire un fondamentale contributo al rilancio di questa zona. Il nostro Consorzio si è attivato in tal senso da qualche anno, ma stiamo affrontando molte difficoltà».

Più ottimista Roberto de Laurentiis, presidente del Consorzio Antico Borgo Orefici. «Qui da noi viviamo una situazione migliore rispetto a piazza Mercato - spiega - la percentuale di negozi sfitti e abbandonati sul nostro territorio si aggira intorno al 25%, quindi non abbiamo lo stesso problema di desertificazione dei nostri vicini. Negli ultimi anni abbiamo messo in campo una serie di iniziative per incentivare il commercio nella nostra zona, a cominciare da una sorveglianza attiva 24 ore su 24 e che consente ai nostri clienti di poter fare acquisti in tutta sicurezza in qualsiasi momento della giornata. E' evidente - afferma ancora il presidente del Consorzio Antico Borgo Orefici - che non basta il nostro impegno e che è necessario rilanciare questa zona anche dal punto di vista turistico. Non abbiamo i monumenti e le bellezze della vicina piazza Mercato, ma anche noi abbiamo una storia che sarebbe bello far scoprire ai turisti che oggi sovraffollano solo alcune zone della città mentre altre parti di Napoli, altrettanto ricche di storia e di cultura, sono totalmente scoperte».

La desertificazione commerciale si abbatte come una scure - l'ennesima - sui pochi commercianti che hanno deciso di restare a piazza Mercato. L'abbandono e il degrado generato dal gran numero di serrande abbassate - ripristinare gli immobili allo stato attuale sarebbe antieconomico per qualsiasi operatore commerciale - contribuiscono ad allontanare ancora di più la potenziale clientela. «Stiamo lavorando ancora con i clienti che abbiamo acquisito 30 o 40 anni fa - spiega Alessandro Tolino, storico commerciante di piazza Mercato - ma un vero e proprio ricambio generazionale non c'è e in queste condizioni non ci potrà mai essere. Arrivare qui è complicato quando non addirittura impossibile. Ecco che sia i clienti privati che i grossisti preferiscono rivolgersi ad altri canali per le forniture. Stiamo subendo una contrazione economica spaventosa - l'affondo del commerciante - figlio non solo di scelte economiche passate, ma anche dell'abbandono di questa zona da parte delle istituzioni».
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