Piazza Nazionale, i clan si ritirano: spariti contrabbandieri e pusher

Piazza Nazionale, i clan si ritirano: spariti contrabbandieri e pusher
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 9 Maggio 2019, 08:09
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Corrono voci sinistre all'ombra delle giostrine di piazza nazionale, voci strane che hanno spinto tutti a starsene un poco a casa. Brutto clima nella grande piazza che abbraccia mondi diversi, quelli della polveriera Vasto, delle caserme, dei turnisti del carcere di Poggioreale, delle «guardie» del Tribunale, ma anche di commercianti e appaltatori, di camorristi in erba e piccoli boss legati all'Arenaccia, leggi clan Contini. Già, perché dopo il ferimento della piccola Noemi, dopo quell'agguato così strano, così abnorme, c'è chi fa i conti con possibili repliche, possibili ritorsioni.

Incubo faida, odore di vendetta, paura a fette. Sono spariti, almeno fino a ieri notte, quelli che vendono sigarette di contrabbando, già le «bionde» che da anni sono tornate a rivestire un interesse criminale. Perché proprio i venditori di sigarette si sono volatilizzati? Semplice - riflettono gli inquirenti - perché il contrabbando di sigarette è sempre stato ad appannaggio dei Mazzarella, che sono quelli che maggiormente aspettano una replica, una vendetta, una risposta. In che senso? A prescindere dal reale movente dell'agguato contro il 31enne Salvatore Nurcaro (ritenuto uomo vicino ai Reale-Rinaldi), a prescindere dalle reali intenzioni del killer, da queste parti c'è chi teme una vendetta, una replica dei Contini (alleati ai Rinaldi) contro i rivali storici dei Mazzarella. A prescindere da quanto verrà dimostrato nel corso delle indagini, dalla storia di una inchiesta condotta rigorosamente sotto traccia in queste ore. Ed è in questo scenario che i primi a sparire - almeno fino a ieri sera - sono stati gli ambulanti, quelli che vendono sigarette, soggetti che consumano piccole illegalità ai bordi di piazza Nazionale. Clima da coprifuoco, in attesa di chiarezza.

 
Ieri pomeriggio (finalmente) è comparso lo striscione forza Noemi, quello che ormai da sabato campeggia all'esterno del Santobono. Lì, sul luogo dell'agguato - tra via Acquaviva e il bar Elite - qualcuno si è mosso a pietà, magari superando la paura che in genere si impossessa di chi si sente un miracolato. Intanto, va avanti la caccia all'uomo nero, quello che ha sparato almeno sei colpi per uccidere il 31enne e che ha ferito la piccola Noemi. Indagini condotte dai pm Antonella Fratello, Simona Rossi e Gloria Sanseverino, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, ore frenetiche in Procura.

Ieri ai piani alti dell'ufficio inquirente, anche il nuovo capo della Mobile, il primo dirigente Antonio Salvago, che prende le redini delle indagini dopo la staffetta del neo questore Luigi Rinella. Incontri decisivi per chiudere il cerchio attorno al bandito di piazza Nazionale, nel corso di una indagine che resta legata a una serie di «anomalie» tutte da decifrare. Le abbiamo elencate nell'edizione di domenica di questo giornale, a partire dal mezzo usato dall'uomo vestito di nero: una moto Benelli gialla, risultata rubata un anno fa a Sorrento, ma usata nel corso degli ultimi giorni, in un tragitto che è stato in parte captato da alcuni lettori di targhe in funzione a Napoli. Poi c'è la storia della sua «solitudine»: non ha agito con un guardaspalle, con un complice che gli copriva le retrovie o con qualcuno che lo ha riportato portato via da quell'inferno di piazza Nazionale. Un killer solo, che però resta ben coperto nei giorni della grande caccia all'uomo, nei giorni in cui tutti - a partire dal capo dello Stato - hanno mostrato rabbia e commozione per quanto avvenuto alla piccola Noemi. Un'inchiesta che conferma il senso di onnipotenza di chi oggi va a consumare missioni di morte in giro per la città. Dal nove aprile allo scorso tre maggio, due agguati che hanno coinvolto due minori: a San Giovanni - rione Villa - dove hanno ucciso Luigi Mignano, mentre accompagnava il nipotino di tre anni a scuola: in questa occasione, sono stati esplosi 11 colpi contro l'auto in cui viaggiava il bambino, che ha avuto la forza di nascondersi sotto il sediolino accanto al guidatore, secondo una ricostruzione confermata in questi giorni dal gip Valeria Montesarchio.
Meno di un mese dopo in piazza Nazionale, l'uomo nero ha scavalcato due volte il corpo di Noemi, mentre cercava di uccidere Nurcaro per poi tornare indietro in direzione della Benelli gialla.
Aveva il casco nero, il killer, anche se gli inquirenti non sono lontani dalla sua identificazione. Poi ci sarà il momento più delicato, quello della costruzione delle prove in grado di reggere una richiesta di arresto, a partire dal movente: cosa ha spinto quella specie di energumeno a scatenare l'inferno nella zona da sempre controllata dai Contini? Cosa ha animato quella foga che lo porta a sbagliare bersaglio, a due passi dal target?
 
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