«Schiacciato dal forno delle pizze, così è morto mio fratello Michele Esposito a Milano»

«Schiacciato dal forno delle pizze, così è morto mio fratello Michele Esposito a Milano»
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 6 Dicembre 2021, 23:03 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 16:17
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Il talento da pizzaiolo, il sogno di un ristorante nel Milanese, l’attività lavorativa che sta per decollare. Poi il dramma. Schiacciato da un forno di cinquecento chili, morto sul colpo. È il triste destino di Michele Esposito, originario di Portici, stroncato sabato scorso in un locale di Parabiago, a pochi chilometri da Milano. Aveva 41 anni, si era trasferito al nord da poche settimane. Aveva preso servizio in un locale che stava per essere inaugurato, pronto ad accettare la sfida di pizzaiolo verace, con tanto di patentino frutto di anni di formazione e impegno. Non ce l’ha fatta Michele, come racconta al Mattino la sorella Rosa Esposito, stimata penalista napoletana che in questi giorni si è recata nel Milanese per seguire in prima persona la vicenda legata all’epilogo drammatico che è toccato al fratello. Una tragedia su cui - come è logico immaginare - sono in corso verifiche da parte dell’autorità giudiziaria. 

Un altro dramma del lavoro, che conferma il carattere “nazionale” di un’emergenza che rischia di scandire i mesi della ripartenza post Covid. C’è fermento e voglia di fare, si prova a rimettere in piedi pezzi della nostra economia, anche e soprattutto partendo dal food e dalla ristorazione, che vede tanti giovani meridionali imporsi con il proprio talento nelle loro città e in altri contesti regionali.

Ed è anche questo uno dei tratti del destino di Michele Esposito. Bravo come pizzaiolo, desideroso di mostrare le proprie doti nel piatto nazionale, aveva iniziato a lavorare a Milano, a stretto contatto con i fornitori, con l’acquisizione delle materie prime che - secondo la sua impostazione glocal - dovevano arrivare dalla sua terra, da Napoli, per rendere la pizza napoletana doc.

Poi il lavoro per l’allestimento del forno, che ha rappresentato - secondo quanto emerso finora - il punto di non ritorno. Un crollo della struttura, Michele è morto schiacciato. Drammatico il momento della comunicazione che è giunta a Portici, nella casa natale di Michele. 

Oggi si terranno i funerali, in uno scenario che conferma l’esigenza di garantire standard di sicurezza europea in tutte le strutture dove sono in corso attività operative. Basta fare un esempio con quanto accaduto in questi giorni anche nel napoletano. È venerdì scorso, appena 24 ore prima dell’incidente mortale toccato all’aspirante pizzaiolo napoleano, quando in piazza Municipio si rischia la tragedia. Un dramma scongiurato da una buona dose di fortuna, ma anche dalla prontezza dei soccorritori, che sono riusciti a recuperare un operaio che era sprofondato nel vano di un ascensore. Anche in questo caso, siamo all’interno di uno stabile che deve essere adibito a ristorante, a pochi passi dalla sede del Comune partenopeo.

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Ma torniamo a quanto avvenuto sabato nel Milanese. Le indagini sono affidate ai carabinieri, che operano su delega della Procura locale. C’è fiducia nella magistratura, da parte della famiglia del 41enne ucciso dal crollo del forno, nel tentativo di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Un caso destinato a far scattare verifiche in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulle strategie adottate a tutela di tutti i dipendenti.

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