Case occupate a Napoli, così le famiglie del clan affittano gli appartamenti del Comune a Pizzofalcone

Case occupate a Napoli, così le famiglie del clan affittano gli appartamenti del Comune a Pizzofalcone
di Leandro Del Gaudio e Giuseppe Crimaldi
Sabato 17 Settembre 2022, 23:00 - Ultimo agg. 18 Settembre, 15:30
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Passaggi di mano. Da una famiglia all’altra, con tanto di regalo iniziale, se non addirittura di un vero e proprio affitto mensile. Tutto in modo oscuro, non tracciato, tutto in modo assolutamente illegale. Un mercato avvenuto in questi mesi, gestito da una famiglia del posto, sulla pelle dei contribuenti italiani: parliamo del mercato delle case comunali all’ombra del civico 35 di via Egiziaca a Pizzofalcone, un luogo simbolo a proposito delle difficoltà da parte dello Stato di recuperare alloggi pubblici e di destinarli in modo chiaro a legittimi assegnatari. 

C’è un po’ di tutto in questo edificio: il senso di impotenza di una quarantina di famiglie che pagano regolarmente i canoni mensili, in quanto titolari di una concessione in chiaro da parte del Comune; condizioni di indigenza da parte di chi ha occupato illegalmente case e immobili; ma anche l’arroganza di chi ha trasformato stanze e appartamenti rimasti vuoti (in alcuni casi grazie a veri e propri colpi di mano) in un’occasione di business. 

È la storia della storia delle case gestite da una famiglia in odore di camorra, che ormai da anni riesce anche a ignorare gli sporadici interventi delle forze dell’ordine messi a segno nel corso degli ultimi dodici mesi.

Ricordate la storia dei sigilli violati? È accaduto lo scorso agosto, come raccontato di recente dal Mattino, sull’onda della denuncia presentata dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli, anche sulla scorta della testimonianza offerta da un residente legittimo assegnatario: «Non sono andato in vacanza, io e mia moglie abbiamo trascorso l’estate a casa, nel timore che qualcuno ci sottragga l’appartamento, come hanno fatto un anno fa con la povera signora Carlotta». 

Azioni di violenza, famiglie espropriate, case occupate che danno vita anche a un mercato illegale, quello degli affitti disposti e controllati sempre dalle stesse mani, sempre dalle stesse persone, che hanno il proprio radicamento tra i vicoli del Pallonetto di Santa Lucia. Sono i tasselli di un fascicolo aperto in Procura, ma anche di un dossier giunto sul tavolo del prefetto Claudio Palomba

Ma non è finita. In quello che da tanti residenti - legittimi assegnatari degli appartamenti - viene definito un clima di sopraffazioni continue e di intimidazioni più o meno velate, ci sarebbe anche spazio per un vero e proprio mercato dei posti auto interni all’immobile: qualcuno consentirebbe ad estranei, ovviamente in cambio di domme di denaro, di “fittare” abusivamente spazi per la sosta di autovetture e ciclomotori.

Nel palazzo di Pizzofalcone chi “comanda” può permettersi parecchi lussi.

Persino quello di requisire parti comuni - a cominciare dal cortile interno - per organizzare feste e concerti neomelodici. È accaduto diverse volte e, a quanto riferiscono alcuni condomini al “Mattino”, anche una settimana fa, quando gli spazi aperti interni comuni sono stati “sgomberati” e liberati dai veicoli per consentire l’allestimento di un palchetto, con annesse casse acustiche, solo per consentire l’esibizione di un cantante neomelodico: il tutto per festeggiare il compleanno di uno dei residenti abusivi nel palazzo. 

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«In questi giorni - spiega al nostro giornale uno dei condomini di via Egiziaca a Pizzofalcone 35 - stiamo vivendo un clima surreale. Registriamo una quasi quotidiana presenza di agenti della Polizia Municipale, i quali stanno battendo palmo a palmo tutti gli appartamenti per verificare certificazioni e anche la regolarità delle utenze elettriche. Forse qualcosa comincia finalmente a muoversi».

Tra i primi a denunciare abusi e requisizioni illegittime di appartamenti era stato il consigliere regionale Francesco Borrelli: «Abbiamo chiesto alle forze dell’ordine e alla magistratura di intervenire. Le istituzioni non possono più stare a guardare, questo fenomeno delle occupazioni abusive, che rappresenta un business per i clan che sfruttano il patrimonio del Comune. Gli alloggi devono andare a chi ne ha diritto». 

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