Pomigliano, l'ambulante non paga il pizzo e il racket gli brucia il bus paninoteca

Pomigliano, l'ambulante non paga il pizzo e il racket gli brucia il bus paninoteca
di Pino Neri
Sabato 27 Ottobre 2018, 12:00
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Fa cadere le braccia l'immagine di quel che resta della paninoteca ambulante di Guido Sacco, un 48enne di Pomigliano tornato quattro anni fa da Milano, dove ha lavorato per molto tempo. Un rientro a casa per vivere con dignità e onestamente nella città di origine. Ma questo sogno è stato infranto dall'incendio doloso del furgone che Guido aveva attrezzato come un piccolo pub. La paninoteca ambulante è stata ridotta a uno scheletro, distrutta a colpi di bombe molotov, la notte tra martedi e mercoledi. Sul posto sono accorse le pattuglie della compagnia carabinieri di Castello di Cisterna, diretta dal capitano Tommaso Angelone. L'incendio nell'area del Parco delle Acque, in via dei Serpi, zona Ponte, è stato domato in poco tempo dai vigili del fuoco. I carabinieri hanno sequestrato una bottiglia incendiaria contenente benzina. Si ipotizza che un'altra o più molotov siano state usate per innescare l'incendio all'altezza della ruota anteriore destra della paninoteca, da una posizione nascosta alle telecamere. Nel frattempo le indagini puntano decisamente su un atto intimidatorio della camorra delle estorsioni. Tutta questa brutta vicenda è stata praticamente ufficializzata soltanto nella tarda serata di giovedi, quando Guido ha deciso di rompere il silenzio scrivendo un suo messaggio sulla pagina Facebook «Pomigliano Indignata». «La mia famiglia non si è piegata e abbiamo perso tutto ma non abbiamo perso la fiducia di tanta gente onesta che si è mobilitata per noi» lo sfogo del commerciante messo in ginocchio dalla criminalità.
 
Sono circa un centinaio i cittadini di Pomigliano che attraverso i social si stanno mobilitando per raccogliere il danaro sufficiente a ricomprare un'altra paninoteca mobile per Guido, che ha sporto denuncia contro ignoti per incendio doloso. Intanto il commerciante dal canto suo è sicuro: è stata la punizione per non aver voluto cedere a una serie di richieste estorsive. «Due mesi fa racconta Guido mi si sono avvicinate delle persone mentre ero dietro il bancone del negozio. Mi hanno chiesto dei soldi per aiutare i detenuti. Ma io mi sono rifiutato. Le stesse persone sono tornate poco dopo ma io mi sono rifiutato di nuovo. E negli ultimi tempi mi hanno chiesto più volte di non pagare i panini. Mi sono opposto e ne è nata una lite piuttosto accesa». Circostanze che ieri Guido ha promesso di mettere nero su bianco in una seconda denuncia ai carabinieri. In questi difficili quattro anni di lavoro a Pomigliano il commerciante ha anche dovuto fronteggiare notevoli danni economici da due furti di attrezzature. Il negozio mobile era parcheggiato sempre là, nell'area del Parco delle Acque davanti a un supermercato e accanto a un mercatino settimanale all'aperto. Una zona ad alto rischio. Proprio qui di recente sono stati arrestati due estorsori.
 
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